Svolta nel giallo

Omicidio Ziliani: arrestate le due figlie e il fidanzato della più grande

Scomparsa l'8 maggio, il suo cadavere è stato trovato 3 mesi più tardi: oggi il provvedimento ufficiale della Procura di Brescia.

Omicidio Ziliani: arrestate le due figlie e il fidanzato della più grande
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Svolta  nelle indagini sul giallo che da Brescia è rimbalzato sulle cronache nazionali durante l'estate: Laura Ziliani, vigilessa 55enne scomparsa nel nulla lo scorso 8 maggio, il cui cadavere è stato trovato l'8 agosto 2021 nel fiume Oglio a Temù, sarebbe stata uccisa dalle due figlie e dal fidanzato della più grande. Questa è la conclusione a cui è giunta la Procura della Repubblica di Brescia: come raccontato da Prima Brescia, questa mattina, mercoledì 24 settembre 2021,  i Carabinieri della Compagnia di Breno hanno arrestato due sorelle di 26 e 19 anni, rispettivamente impiegata e studentessa e il fidanzato della sorella maggiore, uno studente universitario 27enne residente in provincia di Bergamo, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dell’omicidio volontario e dell’occultamento di cadavere di Laura Ziliani.

Omicidio Laura Ziliani, l'inizio delle indagini


Laura Ziliani era scomparsa l'8 maggio 2021. A dare l'allarme erano state proprio le due figlie, contattando il 112 e segnalando il mancato rientro della loro mamma, uscita di casa intorno alle 7 per andare a fare una passeggiata nella frazione di Villa Dalegno. Poco dopo la segnalazione della scomparsa, un vasto dispositivo di soccorritori composto da personale dei carabinieri, del Soccorso alpino e dei Vigili del fuoco, oltre che numerosi volontari, aveva battuto palmo a palmo il luogo della presunta scomparsa, senza rinvenire il corpo dell’impiegata, esperta conoscitrice di quei luoghi.

Fin dai primi giorni, i carabinieri hanno maturato perplessità sulla tenuta logica della ricostruzione dei fatti offerta dagli  arrestati. Parallelamente alle ricerche, infatti, erano scattate attività tecniche di intercettazione, complesse analisi di tabulati e analisi forensi di smartphone e computer in possesso degli indagati, coniugate con perquisizioni domiciliari, sopralluoghi e repertamenti di carattere scientifico a cura della Sis del Comando Provinciale. Le risultanze investigative hanno evidenziato numerose anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati: per queste ragioni, a fine giugno le due figlie e il fidanzato della più grande, sulla base delle preliminari risultanze investigative, erano stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla relazione di parentela con la vittima e occultamento di cadavere.

Troppe incongruenze

Sin da subito, sono risultati sospetti sia l’allarme dato troppo in fretta dalle due figlie, sia il rinvenimento del telefono cellulare, da cui la donna non era solita separarsi, trovato sotto una panca in cantina.  Ad aggravare il quadro e a convincere ancora meno gli inquirenti circa l’ipotesi della scomparsa è stato, nella tarda mattinata del 23 maggio, il ritrovamento della scarpa che la donna, a dire delle due figlie, indossava la mattina verso le 7, quando sarebbe uscita di casa per fare la passeggiata.

La scarpa, infatti, è stata rinvenuta nel torrente Fumeclo, in un punto che sarebbe incompatibile con la direzione verso monte che avrebbe intrapreso la donna. Sempre nel fiume Fumeclo, poco distante dall’abitazione della donna, agli inizi di giugno scorso, era stato rinvenuto un jeans femminile rovesciato, compatibile con quello che, secondo il racconto delle figlie, la Ziliani avrebbe indossato la mattina della scomparsa. Infine è stata rinvenuta anche la seconda scarpa della 55enne che, per come emerso dalle indagini, è stata collocata nel luogo del rinvenimento proprio dagli arrestati al fine di depistare le attività investigative avvalorando l’ipotesi dell’infortunio o del malore.

Il ritrovamento del cadavere di Laura Ziliani

Tre mesi dopo la scomparsa, un cadavere è stato trovato nell'acqua del fiume Oglio, sempre a Temù. A fare la triste scoperta, un bambino che stava passeggiando sulla pista ciclabile, vicino alla sponda a 500 metri più a sud rispetto a dove, nei pressi del torrente Fumeclo, era invece stata recuperata mesi fa una scarpa, che le figlie della Ziliani avevano riconosciuto come sua.

Dagli orecchini e da una ciste sotto il piede destro si è potuto stabilire che il corpo ritrovato è di Laura Ziliani. È quanto emerso dall'autopsia effettuata giovedì 12 agosto 2021. Sul corpo non ci sono segni di violenza, una successiva analisi degli organi interni permetterà di valutare un ipotetico avvelenamento. La definitiva conferma è giunta dalla comparazione del dna, eseguita presso l’Istituto di Medicina Legale di Brescia. In sede di autopsia, il medico legale non ha rilevato segni di lesioni esterne. Inoltre il corpo non presentava tracce compatibili con una lunga permanenza in acqua: l’ipotesi investigativa è che possa essere stato occultato in un ambiente le cui caratteristiche hanno rallentato il processo di trasformazione e decomposizione. Sono in corso indagini scientifiche di particolare complessità al fine di valutare l’effetto degli agenti esterni sul processo di decomposizione corporea. I preliminari accertamenti tossicologici eseguiti dall’istituto di medicina legale di Brescia hanno riscontrato la presenza di benzodiazepine nel corpo dell’ex vigilessa. I tre arrestati saranno associati in carcere a Brescia.

Motivi economici hanno creato dissidi in famiglia?

L'abitazione di famiglia a  Temù è stata comunque posta sotto sequestro. E potrebbe anche rivelarsi centrale nella vicenda. Era stata da poco trasformata dalla Ziliani in un bed and breakfast, un progetto che stava entusiasmando la donna: soltanto il giorno precedente la scomparsa le erano stati consegnati dei materassi proprio per il B&B. Proprio questo progetto, secondo gli investigatori, potrebbe aver creato dissidi in famiglia. Dietro al possibile omicidio della donna potrebbero esserci motivi di tipo economico.

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