Caccia ai cinghiali riaperta, ma solo nei propri Comuni di residenza
A dare questa comunicazione è stato l'assessorato regionale all'Agricoltura, Caccia e Pesca, in un momento più che mai fondamentale per attuare un concreto intervento alla proliferazione incontrollata degli animali selvatici.
A partire da ieri, domenica 29 novembre 2020, con il passaggio del Piemonte da "zona rossa" a "zona arancione", è ripartita anche l'attività venatoria, sospesa precedentemente con l'introduzione del Dpcm dello scorso 3 novembre 2020. A dare comunicazione ufficiale è stato l'assessorato regionale all'Agricoltura, Caccia e Pesca.
Caccia ai cinghiali riaperta
Lo scorso 3 novembre 2020, con l'introduzione della "zona rossa" in Piemonte da parte del Dpcm, anche l'attività venatoria era stata sospesa nel tentativo di attuare quelle forti manovre contenimento del contagio da Covd-19. A partire da ieri, domenica 29 novembre 2020, il passaggio alla "zona arancione" consente la ripresa della caccia, ma solo all'interno del territorio del proprio Comune di residenza. A dare questa comunicazione è stato l'assessorato regionale all'Agricoltura, Caccia e Pesca, in un momento più che mai fondamentale per attuare un concreto intervento alla proliferazione incontrollata dei cinghiali. Un problema quest'ultimo, che è fonte di estremi disagi non solo alle aziende agricole, ma anche e soprattutto verso tutta la cittadinanza.
Branco di cinghiali invade l'A21
Lo scorso 17 novembre 2020, un branco di cinghiali aveva invaso l'autostrada A21 all'altezza dell'uscita di Asti. Ad immortalare la scena in uno scatto era stato Gianfranco Torta, un agricoltore di Alessandria, associato Cia, che stava sopraggiungendo lungo quel tratto autostradale proprio in quel momento. Fortunatamente il branco non ha causato danni né a persone né a oggetti, ma il rischio che potesse capitare qualcosa di spiacevole, se non tragico, poteva essere estremamente elevato.
L'allarme di Coldiretti
Coldiretti, attraverso le voci del Presidente e del Direttore della sezione di Alessandria, Mauro Bianco e Roberto Rampazzo, avevano sostenuto, la scorsa settimana, la necessità imminente di attuare degli interventi al fine di porre fine alla proliferazione incontrollata degli animali selvatici. Con la riapertura della caccia, al problema può essere trovata finalmente una soluzione, ma per l'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana bisognerebbe fare molto di più:
"Va mantenuta alta l’attenzione rispetto ad una situazione che sta mettendo a rischio l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali anche in aree ad elevato pregio naturalistico e che, se non si prevedono azioni specifiche nell’immediato, tenderà ad assumere una connotazione di sempre maggiore criticità. Per questo, come alcune altre regioni hanno fatto in questi giorni, vanno adottate delle misure specifiche e 'non consuete', altrimenti non si aiuta la ripresa e la gestione dei territori già colpiti duramente dalla crisi causata dalla pandemia. Occorre rendere più efficaci i piani di contenimento che, allo stato attuale, non in tutte le province del Piemonte sono risultati sufficienti ed adeguati. La situazione venutasi a creare è insostenibile non solo per le imprese agricole, ma anche per i cittadini la cui sicurezza non è assolutamente preservata; per queste motivazioni è necessario non perdere ulteriore tempo ed adottare, fino al perdurare dello stato di emergenza sanitario, le misure adeguate prima che sia troppo tardi".
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