Fp Cgil Alessandria: "Non siamo disposti a svendere chi lavora in sanità"
I sindacati: "Non ci siamo resi disponibili a sottoscrivere una pre-intesa che non garantisce diritti e tutele ai lavoratori e le lavoratrici"
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Insoddisfazione della Fp Cgil dopo l'incontro convocato da Aran nella giornata del 20 febbraio per il rinnovo del contratto per il triennio 2022/224.
Al fianco di chi lavora in sanità
Il sindacato sottolinea come nel corso dell'incontro non sia stata presentata alcuna novità per il personale del comparto della sanità pubblica, sia a livello economico che normativo. "Non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno da chi, in una posizione del tutto minoritaria, invoca addirittura senza vergogna un atto unilaterale del Governo per l’erogazione degli aumenti contrattuali proposti, decretando di fatto la morte della contrattazione e del ruolo fondamentale del sindacato stesso. - spiega la Fp Cgil - Insieme ad altre sigle sindacali, abbiamo ribadito che non siamo disponibili a svendere chi lavora a fronte di un contratto che andrebbe a peggiorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari e di tutto il personale".
"Oggi come a gennaio, non ci siamo resi disponibili a sottoscrivere una pre-intesa che non garantisce diritti e tutele ai lavoratori e le lavoratrici. Il Governo non pare voler fare un passo in avanti e dare un segnale tangibile a chi ogni giorno lavora per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini. La nostra posizione non cambierà ma siamo aperti ad un dialogo costruttivo con il Governo, ma non senza la previsione sia di risorse idonee che di integrazioni normative richieste fin dall’apertura del tavolo di confronto. Richieste che ad oggi rimangono del tutto inattese.
Non siamo disponibili a svendere chi lavora a fronte di un contratto che andrebbe a peggiorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari e di tutto il personale. Infermieri, operatori socio-sanitari e sanitari, tecnici, amministrativi e tutto il personale che lavora nella sanità chiedono unicamente di essere pagati per ciò che fanno. Non vogliono lavorare di più per guadagnare di più, vogliono essere pagati il giusto per il lavoro che svolgono. E, possibilmente, avere anche del tempo per la propria vita privata.
C'è chi è sempre disponibile con la penna sempre pronta, anche a mettere in discussione la democrazia e la libertà sindacale. Noi abbiamo deciso di lottare e continueremo a batterci per i lavoratori per un contratto giusto, migliore per chi lavora".