cronaca

Ancora violenza nel carcere di Torino: è la 21esima aggressione ad un agente dall'inizio dell'anno

Sale a 30 il numero complessivo di agenti di Polizia Penitenziaria feriti nel 2025 durante il servizio

Ancora violenza nel carcere di Torino: è la 21esima aggressione ad un agente dall'inizio dell'anno
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Non si arresta l’escalation di violenza all’interno del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, dove nella giornata di lunedì 7 luglio si è verificata la 21ª aggressione ai danni del personale di Polizia Penitenziaria dall’inizio dell’anno.

Aggressione nel carcere di Torino

Con quest’ultimo episodio, sale a 30 il numero complessivo di agenti feriti nel 2025.  Secondo quanto riportato dall'Osapp, un giovane agente è stato aggredito brutalmente da un detenuto italiano senza alcun motivo apparente, mentre stava svolgendo regolare servizio. Il poliziotto è stato colpito con violenza al volto con pugni e calci, trascinato a terra e colpito ulteriormente. In suo aiuto sono intervenuti i colleghi, ma anche alcuni detenuti, che hanno tentato di fermare l’aggressore, evitando conseguenze ancora più gravi.
L’agente è stato trasportato dal 118 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria, dove è stato visitato e dimesso nella tarda serata, con una prognosi di sette giorni.

"Siamo alla totale deriva. Non è più possibile assistere inermi a questa escalation di violenza, mentre il personale delle carceri è senza strumenti, senza organici e senza risposte. - dichiara Leo Beneduci, Segretario Generale Osapp - Abbiamo lanciato appelli inascoltati e denunce del tutto ignorate, nel frattempo i nostri colleghi continuano ad essere pestati, umiliati, feriti, offesi nell'orgoglio e nell'appartenenza ad un Corpo di Polizia nell’indifferenza più totale di politici e amministratori che alle parole vane dovrebbero sostituire i fatti.
Quando si parla di carceri ci si riferisce solo al sovraffollamento e ai suicidi, ma nessuno racconta del dilagante strapotere in carcere delle frange più violente e pericolose della popolazione detenuta (che a fine pena andranno ad infierire sulla società civile) e a cui lo Stato contrappone solo uno oramai sparuto gruppo di individui in uniforme del tutto abbandonati dalla propria inerme e inadeguata amministrazione centrale".

"Quello che accade a Torino e oramai su tutto il territorio nazionale non è più un’emergenza, è un disastro annunciato, in cui ci si trova a contare i numeri delle aggressioni come in un bollettino di guerra. - aggiunge Beneduci -  Pretendiamo interventi urgenti, non più rinviabili: organici, mezzi, e tutele adeguate e che chi anche in carcere si dedica alla consumazione di reati, alla violenza e alla supremazia sugli altri ristretti venga allontanato verso strutture idonee dove opera personale adeguatamente formato e non resti tranquillamente con gli altri detenuti, come adesso avviene del tutto irresponsabilmente."