Due agenti di Polizia Penitenziaria aggrediti nel carcere di Alba
Osapp: "Il personale della Polizia Penitenziaria non può più essere lasciato solo. La sicurezza non è un optional. La misura è colma".

Ennesimo episodio di violenza in carcere ieri, giovedì 21 luglio, presso la Casa di Reclusione di Alba, dove due agenti della Polizia Penitenziaria sono finiti in ospedale a seguito di un'aggressione da parte di un detenuto.
L'aggressione nel carcere di Alba
Il detenuto, armato con una gamba di un tavolo in legno, ha aggredito i due agenti colpendone uno con un calcio ai testicoli e l’altro alla schiena. Entrambi hanno riportato prognosi di cinque giorni.
"Il motivo scatenante dell’aggressione, secondo quanto ricostruito, è stato il diniego da parte del medico di guardia all’uso di una stampella, ritenuta non necessaria. - spiegano dall'Osapp - Il detenuto ha reagito in modo spropositato, prima prendendo a calci il cancello e poi armandosi per colpire gli agenti intervenuti per contenerlo. Durante le operazioni di chiusura, un secondo internato, già responsabile di altri episodi simili nei giorni precedenti, si è unito alla devastazione, completando con il complice la distruzione dell’impianto di illuminazione rimasto. Un atto gravissimo, aggravato dalla totale assenza del sistema di videosorveglianza, già da tempo fuori uso, che ha reso l’intervento degli agenti ancora più rischioso".
“Il carcere di Alba è completamente allo sfascio - dichiara Leo Beneduci, Segretario Generale dell’Osapp -. Il distretto del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta è ormai un vero e proprio colabrodo: mentre il personale operativo è lasciato solo ad affrontare situazioni al limite della sopravvivenza, alcuni dirigenti vengono premiati con l’avanzamento al grado superiore per presunti ‘meriti eccezionali’ in un clima di assoluta autoreferenzialità. È una vergogna istituzionale senza precedenti”.
L’Osapp chiede con forza interventi immediati e concreti: il ripristino urgente delle telecamere, un presidio sanitario adeguato, più uomini, più mezzi e "meno retorica".