Ospite a Filo Diretto, il professore Renato Balduzzi, presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, ha parlato del ruolo del nostro Paese nei conflitti attualmente in corso nel mondo e della sfida delle risorse in Italia ed Europa, con l’aumento delle spese per la difesa che divide governi e opinione pubblica.
Costituzione, guerra e politica estera
Nella nostra Costituzione c’è un verbo che pesa come un macigno: “ripudia”. L’articolo 11 afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e promuove la cooperazione internazionale per la pace.
Eppure, come analizzato dal professor Renato Balduzzi, i recenti scenari internazionali riportano in superficie contraddizioni e ipocrisie legate alla vendita di armi e alle crisi internazionali, con particolare riferimento al conflitto israelo-palestinese, dove emergono i rischi di ipocrisia politica e di soluzioni violente che alimentano solo nuove guerre.
L’ex ministro ha richiamato esempi storici di diplomazia italiana improntata all’equilibrio e alla capacità di ascolto, sottolineando l’importanza di una visione unitaria nella politica estera europea. Dai tempi di De Gasperi e Moro, infatti, la nostra politica estera ha bilanciato il riconoscimento dello Stato di Israele con l’apertura alle rivendicazioni palestinesi, guadagnandosi rispetto e credibilità. Oggi questa eredità dovrebbe tornare ad essere bussola, evitando la tentazione di schierarsi senza ascoltare entrambe le parti.
Due pesi e due misure nei conflitti internazionali
Quando la Russia ha invaso l’Ucraina, l’Europa e gli Stati Uniti hanno reagito con sanzioni economiche severe e con un fronte diplomatico compatto. Un approccio del tutto diverso da quello adottato verso Israele, nonostante le accuse di violazioni e le conseguenze devastanti per la popolazione civile palestinese.
Balduzzi ha evidenziato che i conflitti hanno radici e storie diverse, ma riconosce che la politica internazionale spesso applica criteri incoerenti. Ha poi ricordato la tradizione italiana di mediazione diplomatica, capace di tenere insieme riconoscimento dello Stato di Israele e attenzione alle istanze palestinesi, in linea con la posizione di equilibrio nel Mediterraneo.
Oggi la sfida è ancora più complessa, perché la politica estera europea appare divisa e priva di visione. Eppure, secondo Balduzzi, solo un’Europa capace di parlare con una voce unica potrà incidere davvero negli scenari globali: “Il Mediterraneo, ponte naturale tra continenti, è il luogo in cui l’Italia può contribuire a ricostruire dialogo e cooperazione, tornando ad essere ponte e non spettatore”.
Difesa, sanità e risorse pubbliche
L’aumento delle spese per la difesa divide governi e opinione pubblica. Intanto la sanità, reduce dall’emergenza Covid, attende un rilancio con i fondi del PNRR.
Balduzzi sostiene che il problema non sia tanto spendere di più, ma coordinare meglio le risorse già stanziate, specie a livello europeo. Il professore collega questo aspetto alla necessità di proteggere le generazioni future e di affrontare temi come ambiente e salute pubblica.
In sanità, ricorda che il PNRR offre risorse senza precedenti, che devono essere gestite in modo serio, puntando sulla sanità territoriale, sulla riorganizzazione del personale e sul rafforzamento del ruolo degli infermieri.