Ospite nel nostro programma Filo Diretto, il professor Renato Balduzzi, costituzionalista dell’Università Cattolica di Milano, analizza la relazione tra la Costituzione italiana e l’Unione Europea e presenta il nuovo ciclo di incontri ospitati presso il centro culturale Santa Chiara di Alessandria.
Un legame scritto nella storia
Durante la puntata, il professor Balduzzi ha ricordato come l’articolo 11 della Costituzione italiana rappresenti una base giuridica e morale per la costruzione europea. Quando i padri costituenti scrissero il passaggio sulle “limitazioni di sovranità necessarie per un ordinamento che assicuri pace e giustizia tra le nazioni”, avevano già in mente non solo l’ONU, ma anche un’Europa capace di superare le guerre e le divisioni.
Oggi quel sogno appare ancora attuale, ma non privo di ostacoli. L’Europa fatica a parlare con una voce sola, specialmente in politica estera e di difesa, a causa della regola dell’unanimità che paralizza le decisioni. “Un’Europa di ventisette Stati non può funzionare con il diritto di veto”, ha osservato Balduzzi. Serve passare a maggioranze qualificate che permettano all’Unione di essere più autorevole sulla scena mondiale.
Secondo il professore, l’Europa non può rinunciare alla propria pluralità: l’identità nazionale resta un valore, ma deve convivere con la costruzione comune di pace e giustizia. È questo, ricorda, il senso profondo del motto “E pluribus unum”.
L’Europa tra democrazia, informazione e partecipazione
Il professor Balduzzi ha poi affrontato uno dei nodi più delicati dell’Unione Europea: il rispetto dei principi democratici e la distanza crescente tra istituzioni e cittadini. Alcuni Paesi, ha ricordato, beneficiano dei fondi comunitari ma non rispettano pienamente lo Stato di diritto. La struttura decisionale basata sull’unanimità rende difficile sanzionare chi viola le regole condivise, creando blocchi e compromessi.
Al recente convegno dei costituzionalisti di Torino sono state avanzate proposte per superare questi limiti, introducendo voti a maggioranza più equi e meccanismi che rendano i cittadini parte attiva del progetto europeo.
Balduzzi ha sottolineato come il “deficit democratico” non sia solo istituzionale ma anche culturale: la maggior parte dei cittadini non conosce i propri rappresentanti europei e percepisce Bruxelles come un’entità distante. La responsabilità, dice, è anche dell’informazione e della politica nazionale, che spesso scaricano sull’Europa le decisioni impopolari.
Eppure, l’Italia ha beneficiato in modo decisivo dei fondi europei post-pandemia: un segno concreto di solidarietà. Il futuro dell’Europa, conclude Balduzzi, dipende dalla capacità di sentirsi parte di una comunità di destino, non solo di interessi.
Al via “Una persona, un libro”
Dal 4 novembre tornano al centro culturale Santa Chiara gli incontri curati dal professor Renato Balduzzi. Dopo il successo delle precedenti edizioni, la rassegna culturale torna con una formula rinnovata, ma sempre all’insegna di dialoghi e riflessioni.
L’iniziativa, ideata dal professor Renato Balduzzi, propone per il 2025 un ciclo di appuntamenti intitolato “Una persona, un libro”, dove ogni incontro sarà l’occasione per scoprire la relazione tra autore e opera.
Si parte il 4 novembre con Oscar Farinetti, imprenditore e fondatore di Eataly, che presenterà il romanzo La regola del silenzio, un racconto che intreccia impresa, filosofia e vita personale.
Il secondo appuntamento, il 18 novembre, vedrà protagonista Tony Mira, giornalista di Avvenire, autore di un’intensa intervista a Don Luigi Ciotti, Vi auguro di essere eretici. Un libro che invita a scegliere la verità e l’impegno civile.
Come sottolinea Balduzzi, gli incontri del Santa Chiara non sono conferenze, ma conversazioni aperte: “ognuno porta la propria umanità, i propri valori, la propria esperienza”. Un’occasione per avvicinare cultura e comunità, rendendo Alessandria un luogo dove le parole diventano relazione.