Filo Diretto

Nutrizione e oncologia: l’alimentazione come parte della cura all’ospedale di Alessandria

A Filo Diretto, la dottoressa Flavia Favareto spiega come l’alimentazione corretta possa migliorare l’efficacia delle terapie

Nutrizione e oncologia: l’alimentazione come parte della cura all’ospedale di Alessandria

All’ospedale di Alessandria la nutrizione clinica è un pilastro della terapia per i pazienti oncologici. Ce lo spiega la dottoressa Flavia Favareto, responsabile Dietologia e Nutrizione Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria, ospite oggi a Filo Diretto.

 Nutrizione e oncologia

Mangiare bene è una forma di cura, soprattutto per chi combatte contro una malattia oncologica. All’Azienda Ospedaliera di Alessandria, il reparto di Dietologia e Nutrizione Clinica segue ogni giorno pazienti che, già al momento della diagnosi, nel 40% dei casi risultano a rischio di malnutrizione.
Per questo è stato introdotto un sistema di screening precoce, in collaborazione con l’oncologia, che consente di individuare i soggetti più fragili e di intervenire subito.
Una buona alimentazione non guarisce dal tumore, ma può fare la differenza: riduce la tossicità dei farmaci, abbrevia i tempi di recupero e migliora la qualità della vita.
Negli ultimi anni, la ricerca ha sviluppato la cosiddetta farmaco-nutrizione, ovvero formule arricchite di sostanze come arginina e glutamina, capaci di rinforzare il sistema immunitario e accelerare la guarigione delle cellule.
“Affrontare le cure in forze – spiega la dottoressa Favareto – è come partire per una salita con lo zaino più leggero”.
Il messaggio è chiaro: nutrirsi in modo corretto è una parte essenziale della lotta al cancro, tanto quanto la chemioterapia o la chirurgia.

Dieta mediterranea: un alleato anche durante le terapie

Durante le terapie oncologiche, mangiare può diventare difficile, ma non deve diventare un ulteriore motivo di stress. Gli esperti consigliano di evitare proibizioni drastiche: l’importante è mantenere un apporto regolare di nutrienti, adattando la dieta alle proprie condizioni.
Sono da limitare solo gli alimenti troppo grassi, fritti, alcolici o ricchi di zuccheri semplici, che possono appesantire il fegato e alterare il metabolismo.
Per il resto, la dieta mediterranea si conferma come il modello alimentare più sicuro e completo: frutta, verdura, legumi, pesce, cereali integrali e olio d’oliva restano gli ingredienti di salute anche per chi affronta una malattia.
Le ultime linee guida nutrizionali riconoscono infatti la capacità di questo stile alimentare di adattarsi a diverse patologie, garantendo equilibrio e varietà.
Più che eliminare, conta scegliere bene: piccoli pasti frequenti, cibi leggeri ma nutrienti, attenzione all’idratazione.
Un modo semplice ma efficace per accompagnare il corpo nel percorso di cura, sostenendolo giorno per giorno.

Nutrizione artificiale e supporto domiciliare

Quando l’alimentazione tradizionale non basta più, entra in gioco la nutrizione artificiale. All’ospedale di Alessandria, il team guidato dalla dottoressa Flavia Favareto segue centinaia di pazienti oncologici e cronici attraverso programmi personalizzati di nutrizione enterale e parenterale.
Gli integratori orali, arricchiti in calorie e proteine, aiutano chi non riesce a coprire il fabbisogno con il solo cibo. Nei casi più complessi, si ricorre a dispositivi come la PEG o il sondino nasogastrico, che consentono di nutrirsi in modo sicuro bypassando il tratto orale.
La nutrizione enterale, che sfrutta l’intestino, è preferita alla parenterale endovenosa, meno fisiologica e più rischiosa per cuore e fegato.
Il servizio assicura anche visite domiciliari ogni sei mesi per monitorare lo stato dei pazienti e sostituire i dispositivi.
Oggi in provincia sono circa 160 le persone in nutrizione enterale e oltre 100 quelle in supplementazione orale, un numero in costante aumento.
Non mancano le sfide: aumentare la consapevolezza sul ruolo della nutrizione clinica, migliorare la gradevolezza al gusto dei prodotti e ampliare il personale.
“C’è ancora tanta strada da fare – osserva la dottoressa – ma la scienza sta già offrendo soluzioni più tollerabili e su misura”.