Sanità

Torino, il 27 novembre il convegno “Accompagnamento empatico ai morenti. Formazione e pratica clinica”

Appuntamento nell’Aula Magna “Achille Mario Dogliotti” dell’Ospedale Molinette

Torino, il 27 novembre il convegno “Accompagnamento empatico ai morenti. Formazione e pratica clinica”

TORINO – In continuità con l’eredità culturale, scientifica e umana di Daniela Muggia (1954–2025) – Premio Terzani 2008 per l’Umanizzazione della Medicina, ricercatrice, autrice e docente – il 27 novembre 2025 si terrà a Torino il convegno “Accompagnamento empatico ai morenti. Formazione e pratica clinica”.

Torino, “Accompagnamento empatico ai morenti” il 27 al Molinette

L’iniziativa avrà luogo presso l’Aula Magna “Achille Mario Dogliotti” dell’Ospedale Molinette grazie al patrocinio dell’Aou Città della Salute e della Scienza di Torino, ed è promossa dall’Università Popolare In Corde Scientia Aps(Upics), l’associazione Tonglen Odv e dalla Rete Euromediterranea per l’Umanizzazione della Medicina (Humana Medicina). L’evento è in attesa di accreditamento Ecm. A moderare i lavori saranno il giornalista Daniel Tarozzi e Rossana Becarelli – medico, antropologa, filosofa della scienza e presidente di Humana Medicina – che ha condiviso con Daniela Muggia oltre vent’anni di attività e amicizia.

Il convegno si configura come un momento di approfondimento, racconto e confronto interdisciplinare dedicato a un tema ancora poco esplorato nell’ambito sanitario: l’accompagnamento empatico al morire attraverso pratiche cliniche, meditative e relazionali. Numerosi professionisti, ricercatori e accademici che hanno collaborato con Daniela Muggia interverranno durante la giornata. Il pomeriggio sarà arricchito da contributi interdisciplinari e testimonianze, con la partecipazione, tra gli altri, di Claudia Rainville e Anne Givaudan, autrici e amiche di lunga data, che offriranno contributi video. «La presenza di tante voci che hanno amato e stimato Daniela è il segno che il suo lavoro ha generato una comunità viva, consapevole e appassionata», afferma Delia Ravetti, presidente di Upics.

«Questo convegno è l’occasione per ribadire che l’accompagnamento al morire è un atto profondamente umano e può diventare un terreno fertile per la trasformazione interiore di chi cura e di chi è curato». «Non potevamo congedarci da Daniela senza fare qualcosa che ne inquadrasse l’opera, l’ispirazione, la persona», racconta Rossana Becarelli. «Per me è molto simbolico ricordarla alle Molinette, un grande ospedale italiano. È il luogo giusto per celebrare il suo lavoro».

Pioniera dell’accompagnamento meditativo al fine vita, Muggia ha contribuito in modo determinante alla diffusione in Italia delle pratiche meditative tibetane applicate al contesto sanitario. Il suo operato si è fondato sulla tanatologia tibetana, su solide basi scientifiche e su un’ampia esperienza diretta. Attraverso l’Università Popolare In Corde Scientia e l’associazione Tonglen, ha formato volontari che, anche di notte e su chiamata, hanno assistito pazienti e famiglie nei momenti dell’exitus. La sua attività ha dimostrato come tali approcci, basati anche sulla compassione, apportino benefici non solo ai pazienti, ma anche agli operatori sanitari, contribuendo a sostenerne equilibrio e motivazione.

«Con Daniela abbiamo capito che queste tecniche non servivano solo nella fase terminale, ma aiutavano gli operatori a vivere meglio il lavoro quotidiano», ricorda Becarelli. «È stata un’ispiratrice concreta, ha portato queste pratiche dentro gli ospedali, contribuendo a trasformare cultura clinica e sensibilità spirituale». Ripercorrendo gli anni di direzione all’ospedale San Giovanni Vecchio di Torino, Becarelli ricorda come il tema della morte fosse quasi rimosso dalle corsie, causando sofferenze non elaborate. L’incontro con Muggia ha aperto nuovi sentieri, la meditazione come pratica quotidiana, sostenuta dagli insegnamenti del maestro tibetano Sogyal Rinpoche, autore del Libro tibetano del vivere e del morire.

Oggi, il dialogo tra medicina, etica e spiritualità è messo alla prova dalla crescente tecnicizzazione delle cure e dall’ingresso massiccio dell’intelligenza artificiale. «La medicina istituzionale incorporerà sempre meno questi aspetti. Andiamo verso un mondo dove l’operatore parlerà più con le macchine che con i pazienti», avverte Becarelli. «Sono convinta che, quando non se ne potrà più di questa medicina senz’anima, servirà tornare a coniugare tecnica, etica e spiritualità». «La sfida che ci ha lasciato in eredità Daniela Muggia è portare nella formazione sanitaria la capacità di restare presenti alla sofferenza senza esserne travolti», aggiunge Ravetti.

«Non è un’utopia, l’esperienza ci mostra che è possibile, necessario e profondamente trasformativo». La giornata del 27 novembre non sarà solo commemorazione, ma anche rilancio di un nuovo modo di intendere la cura: integrale, relazionale, capace di coniugare competenza clinica e ascolto della dimensione interiore. Un invito a riconoscere la terminalità come spazio di relazione e accompagnamento, non di isolamento. L’ingresso è libero, con prenotazione obbligatoria al link: https://forms.gle/KFmFTeW14RzQJ5vy6.