Scoperto dai ricercatori dell’UniTo e dell’Upo un nuovo meccanismo all’origine della cachessia tumorale

I risultati pubblicati sulla rivista “Nature Metabolism” aprono a nuove prospettive di cura per migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici

Scoperto dai ricercatori dell’UniTo e dell’Upo un nuovo meccanismo all’origine della cachessia tumorale

Un gruppo di ricercatori e ricercatrici dell’Università di Torino e dell’Università del Piemonte Orientale ha identificato in una disfunzione dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule, un nuovo meccanismo molecolare all’origine della cachessia tumorale.

La ricerca dell’Università di Torino e UPO

La cachessia è una grave sindrome metabolica che provoca la perdita di massa e forza muscolare e colpisce fino all’80% dei pazienti con cancro in stadio avanzato in particolare di pancreas, colon e polmone, ed è direttamente responsabile del 20-30% dei decessi associati al cancro.

La ricerca è stata condotta presso il Molecular Biotechnology Center (MBC) e il Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Salute (DBMSS) dell’Università di Torino, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Traslazionale (DiMeT) dell’Università del Piemonte Orientale.
L’attività sperimentale ha coinvolto un ampio gruppo multidisciplinare, guidato da Andrea Graziani, Professore Ordinario di Biochimica dell’Università di Torino, e condotto da Elia Angelino, ricercatore dell’Università del Piemonte Orientale, e da Lorenza Bodo, dottoranda dell’Università di Torino, insieme a oltre venti ricercatori e ricercatrici delle Università di Torino, del Piemonte Orientale, di Padova, di Milano, dell’Ospedale San Raffaele e dei National Institutes of Health (NIH, USA). La ricerca è stata sostenuta principalmente da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, nonché dal programma PNRR – Age-It “Ageing Well in an Ageing Society”.

“Questo studio – dichiara Elia Angelino – affonda le sue radici in alcune osservazioni sperimentali che facemmo circa sette anni fa, ossia che alcuni fattori rilasciati dal tumore hanno un impatto negativo sulle vie di segnalazione delle cellule muscolari. L’approfondimento di questa osservazione ci ha portati a identificare un nuovo meccanismo che aggiunge un tassello al complesso mosaico di eventi molecolari che portano alla cachessia tumorale”.

I ricercatori ipotizzano che la cachessia tumorale sia conseguenza di una vera e propria competizione fra il tumore e gli organi del corpo che ospitano la malattia. Il tumore dirotta verso di sé le risorse energetiche immagazzinate nella muscolatura, per sostenere la propria crescita.

La conoscenza di questo meccanismo offre nuove prospettive per lo sviluppo di strategie farmacologiche innovative, mirate a ripristinare la segnalazione del cAMP e a contrastare la perdita muscolare nei pazienti oncologici. I risultati aprono inoltre possibilità di studio anche in altri contesti clinici caratterizzati da cachessia o perdita muscolare, come l’insufficienza cardiaca, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (COPD), le patologie renali croniche e le infezioni virali croniche. Infine, poiché meccanismi simili possono contribuire alla progressiva perdita di massa e forza muscolare dell’anziano (in gergo sarcopenia), i dati raccolti potrebbero avere sviluppi più ampi per comprendere la riduzione di forza muscolare associata all’invecchiamento.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Metabolism.