Filo Diretto

Il Progetto ORI: un nuovo brand per raccontare l’eccellenza del territorio

Il percorso nato dal riconoscimento “Vitigno dell’anno” è diventato un modello di valorizzazione che sostiene produttori e qualità

Il Progetto ORI: un nuovo brand per raccontare l’eccellenza del territorio

Il Progetto ORI nasce come risposta concreta alle sfide che i piccoli produttori del Monferrato si trovano a dover affrontare. Ne abbiamo parlato a Filo Diretto con Mario Arosio, presidente dell’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, Roberto Cava, presidente Alexala, e il vicepresidente della commissione regionale Commercio e Agricoltura, Marco Protopapa.

Il progetto ORI

Quando nel 2019 la Regione Piemonte designò il dolcetto come “vitigno dell’anno”, le enoteche del territorio colsero l’occasione per avviare un percorso di rilancio. Da quell’impulso prese forma il Progetto ORI, fortemente sostenuto dall’assessorato all’Agricoltura. L’obiettivo era chiaro: trasformare la rete delle enoteche in un centro di promozione non solo del vino, ma dell’intera produzione agroalimentare locale.

A distanza di alcuni anni, ORI ha definito i suoi pilastri: qualità, salubrità e filiera corta. Le difficoltà dei piccoli produttori – dall’impatto del clima ai costi energetici – hanno reso ancora più urgente un sostegno strutturato. Il progetto ha quindi messo in campo strumenti di promozione moderni, con una forte presenza digitale e la partecipazione coordinata a fiere regionali e nazionali. I risultati sono significativi: milioni di contatti sui social e oltre trenta eventi di promozione in cui le aziende locali hanno potuto presentarsi in modo coordinato.

Il nome stesso, “ORI”, richiama l’idea dei tesori del territorio. Tesori che vanno dal vino alle nocciole, dai cereali ai prodotti dell’apicoltura, sino all’olio, sempre più coltivato anche nel Monferrato. Valori che non sono soltanto gastronomici, ma culturali ed economici.

Per il futuro, il progetto punta a rafforzare il brand e a creare ulteriori opportunità per i produttori, lavorando su esperienze, relazioni e qualità. Una strategia che unisce tradizione e innovazione, offrendo un modello replicabile per altre realtà rurali che vogliono crescere senza perdere autenticità.

Turismo esperienziale in Monferrato e Ovadese

Il territorio dell’Alessandrino sta vivendo una nuova stagione turistica, sospinta dal fascino dei borghi, dal patrimonio enogastronomico e dalle esperienze all’aria aperta. Un modello che punta sulla qualità e non sui grandi numeri.
Secondo i dati citati in trasmissione, nel 2024 il 48% dei turisti che ha soggiornato nella zona proviene dall’estero. Una percentuale sorprendente per un’area che punta su un turismo “slow”, lontano dalle dinamiche del tutto esaurito. Le ragioni di questo successo risiedono nella capacità del territorio di offrire esperienze autentiche, fatte di prodotti locali, panorami collinari, percorsi trekking e bike, oltre a un tessuto culturale ricco e spesso poco conosciuto.

L’Agenzia turistica locale Alexala ha lavorato a stretto contatto con l’Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato per costruire pacchetti integrati che uniscano degustazioni, visite in cantina e attività outdoor. Questa sinergia ha permesso di attrarre un pubblico interessato al contatto diretto con i produttori e alla scoperta del modo in cui nascono i vini e i cibi locali.

Un elemento apprezzato dai visitatori, soprattutto stranieri, è l’atmosfera rilassata dei borghi, la dimensione “a misura d’uomo” e la possibilità di incontrare chi realmente produce ciò che si assaggia. Molti turisti rimangono stupiti dalla bellezza del territorio, spesso sottovalutato o poco noto all’estero.

Il futuro del turismo locale sembra orientato verso esperienze sempre più curate, che combinano natura, cultura ed enogastronomia. Un modello sostenibile che permette al territorio di crescere senza snaturare la propria identità.

Ristoranti, agriturismi e produttori

Uno dei temi più sentiti dagli operatori locali è la necessità di creare una rete stabile tra produttori, ristoratori ed enoteche. Un passo fondamentale per permettere ai turisti di vivere un’esperienza coerente e riconoscibile.
Durante la puntata emerge con forza un’idea: il turista che arriva nel territorio deve poter ritrovare nei ristoranti ciò che ha scoperto nelle fiere, nelle cantine e nelle enoteche regionali. Una sfida non banale, perché molti locali propongono solo prodotti che provengono dal proprio immediato contesto agricolo.

L’Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato sottolinea invece i vantaggi di una proposta più ampia, capace di raccontare la biodiversità locale. Questo significa includere vini, miele, cereali, nocciole, olio e molte altre produzioni che rappresentano la ricchezza del territorio, anche quando non provengono direttamente dall’azienda che gestisce il locale.

L’idea è quella di creare una vera e propria rete d’impresa, connessa e strutturata, in grado di facilitare i ristoratori nell’approvvigionamento e di garantire ai produttori una presenza più costante nei luoghi dell’accoglienza turistica. Un’offerta più completa aumenta l’appeal dei locali e rafforza l’immagine complessiva del territorio.

Il progetto punta anche a rispondere alle richieste dei visitatori, spesso curiosi di provare prodotti artigianali e tipici. Una coerenza che si traduce in una migliore percezione del territorio e in un maggiore ritorno economico per le aziende coinvolte.

La sfida ora è trasformare le buone idee in un sistema condiviso e duraturo. Un percorso che richiede collaborazione, visione comune e una narrazione territoriale forte. Ma le basi, come emerso in puntata, sono già ben solide.