L’operazione, denominata “Smartphone” ha permesso, attraverso attività di intercettazione telefonica, telematica ed analisi dei tabulati telefonici, di monitorare il traffico e l’utilizzo di oltre 150 apparecchi telefonici cellulari e 115 schede sim.
Sequestrati cellulari in carcere
L’operativo DIA di Genova, con l’aiuto dei reparti di Polizia Penitenziaria su ordine della locale Direzione Distrettuale Dntimafia e Antiterrorismo, ha eseguito perquisizioni in tutta Italia e anche nelle carceri di Alessandria, oltre che Fossano, Ivrea, Cuneo, su detenuti che avrebbero procurato apparecchi telefonici usati anche per agevolare le attività delle associazioni mafiose.
L’operazione, chiamata “Smartphone”, ha permesso di monitorare il traffico e l’utilizzo di oltre 150 apparecchi telefonici cellulari e 115 schede SIM da parte di detenuti per reati di mafia, ristretti nelle sezioni di alta sicurezza del carcere di Genova Marassi che volevano mantenere i collegamenti con mafiosi liberi o ristretti in altri penitenziari, così da far pervenire le ambasciate e agevolando l’attività delle cosche di ‘Ndrangheta.
I cellulari, moniti di schede SIM intestate ai inesistenti o ignari cittadini stranieri, venivano introdotti in carcere attraverso pacchi spediti o consegnati in occasione delle visite dei familiari proprio in carcere.