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“Tre colori, un mondo”: presentato il calendario storico 2026 della Guardia di Finanza

L'edizione 2026 si inserisce nell’anno del 25° anniversario della polizia economico-finanziaria, espressione dell’evoluzione del Corpo

“Tre colori, un mondo”: presentato il calendario storico 2026 della Guardia di Finanza

 “Tre colori, un mondo” è il titolo dell’edizione 2026 del Calendario storico della Guardia di Finanza, che offre una prospettiva inedita sulle attività della Fiamme Gialle, in particolare su quelle meno visibili e spesso più complesse della polizia economico-finanziaria.

 Il calendario della Guardia di Finanza

L’edizione 2026 assume un valore ancora più significativo perché si inserisce nell’anno del 25° anniversario della polizia economico-finanziaria, espressione dell’evoluzione del Corpo, nato nel 1774 e capace nei secoli di innovarsi e adattarsi alle sfide di ogni epoca.

Il nuovo Calendario nasce dalla collaborazione tra la Guardia di Finanza, l’Agenzia Armando Testa – tra i principali gruppi di comunicazione italiani – e il fotoreporter Massimo Sestini, vincitore del World Press Photo.

La scelta cromatica è essenziale: giallo, verde e grigio, colori iconici della Guardia di finanza. Le fotografie in bianco e nero, scattate ad hoc sul campo da Massimo Sestini, sono diventate la base su cui i creativi hanno innestato geometrie, campiture di colore e parole chiave, trasformandole in un doppio livello narrativo: rigore documentale e interpretazione artistica.

Il risultato è un percorso visivo composto da 13 tavole, ognuna delle quali è al tempo stesso opera d’arte e racconto di “vita operativa”, capace di restituire l’impegno quotidiano delle donne e degli uomini del Corpo, la loro dedizione e il loro spirito di servizio.

Il Calendario celebra la storia, i valori e l’impegno profuso dalle Fiamme Gialle a tutela della sicurezza economico- finanziaria, dello sviluppo e della giustizia sociale; punta a rafforzare il legame tra l’Istituzione e i cittadini, avvalendosi di immagini e narrazioni evocative; coniuga tradizione militare e ricerca artistica contemporanea; è spesso arricchito da collaborazioni di prestigio, vantando nelle passate edizioni contributi di Giorgio Armani, Milo Manara, Renato Casaro, Aligi Sassu, Antonio Tamburro.