Agricoltura

Mercosur, COAPI: “È condanna a morte, bene il rinvio della firma”

"Trattato iniquo, obsoleto e pericoloso per il futuro del Made in Italy"

Mercosur, COAPI: “È condanna a morte, bene il rinvio della firma”

ITALIA – Riceviamo e pubblichiamo dal Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani (COAPI).

Il sollievo della COAPI sul rinvio della firma sul Mercosur

Giovedì sera si è svolta l’assemblea straordinaria del COAPI (Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani), convocata a seguito delle proteste a Bruxelles contro l’accordo Mercosur, definito come una vera e propria “condanna a morte” per l’agricoltura italiana. Il Coordinamento esprime soddisfazione per il rinvio della firma del trattato, giudicato iniquo, obsoleto e pericoloso per il futuro del Made in Italy. Tuttavia, il COAPI mette in guardia: «Non staremo a guardare. Avvieremo una campagna di informazione capillare per spiegare ai cittadini cosa significhi davvero il Mercosur per l’Italia, un accordo che – insieme al cosiddetto Piano Mattei – punta alla delocalizzazione della nostra produzione e alla svendita della qualità italiana».

L’assemblea ha espresso con forza la volontà di contrastare questo accordo e ha ribadito che, qualora la situazione non cambiasse, gli agricoltori italiani sono pronti a riaccendere i trattori. Il Coordinamento denuncia inoltre l’ipocrisia di chi parla di equità e reciprocità negli accordi: tali condizioni sono impossibili, anche alla luce del fatto che solo il 3% delle merci estere viene realmente controllato alle dogane, facilitando l’ingresso indiscriminato di prodotti a basso costo che svalutano il lavoro degli agricoltori italiani, sottoposti invece a norme severe e standard elevati.

La liberalizzazione prevista, pari all’82% delle importazioni dal Sud America, rappresenta una minaccia concreta per le piccole e medie imprese agricole, già in difficoltà, e rischia di favorire una concorrenza sleale destinata ad aggravare la desertificazione delle campagne. «Non possiamo accettare che l’agricoltura italiana venga sacrificata sull’altare delle lobby e delle multinazionali. Difendere il Made in Italy significa difendere il lavoro, la qualità, la salute e l’identità del nostro Paese».