Arrestato esponente di spicco di un clan interno a "Cosa Nostra"
Si tratta del 65enne Emanuele Monachella, alias Orazio, membro del gruppo mafioso "Fiandaca-Emmanuello".
Un'operazione che ha visto coinvolti anche i carabinieri di Novi Ligure. E' stato arrestato nelle prime ore di oggi, giovedì 9 dicembre 2021, Emanuele Monachella, alias Orazio, membro di spicco del clan "Fiandaca-Emmanuello" interno a "Cosa Nostra".
Arrestato esponente di spicco di un clan interno a "Cosa Nostra"
Nelle prime ore di questa mattina, giovedì 9 dicembre 2021, il personale delle Compagnie Carabinieri di Genova Sampierdarena e Novi Ligure (AL), nell’ambito del procedimento penale incardinato presso la Procura della Repubblica di Genova, coordinato dal Sostituto Procuratore Dott. Giancarlo Vona e diretto dal Procuratore della Repubblica f.f. Francesco Pinto, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti di Emanuele Monachella, alias Orazio, classe 1956, già condannato in secondo grado per traffico di sostanze stupefacenti con aggravante “mafiosa”, estorsioni continuate aggravate, associazione di tipo mafioso in quanto ritenuto esponente di spicco del clan “Fiandaca-Emmanuello” interno a “Cosa Nostra” ed attivo nella provincia di Genova.
Perquisito casa di un 72enne che aveva colpito due imprenditori alessandrini
Contestualmente sono state eseguite due perquisizioni personali e domiciliari: una a carico del predetto ed una seconda, sempre a Genova, a carico di un altro indagato A.I. 72enne anch’egli accusato e denunciato per i reati di usura ed estorsione.
Il destinatario della misura cautelare, residente nel capoluogo ligure, sarebbe attinto allo stato da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di estorsione e usura, commessi dal 2018 al 2021 in pregiudizio di due imprenditori dell’alessandrino che si erano rivolti a lui a causa delle difficoltà economiche che le rispettive attività commerciali di compravendita di auto/motoveicoli stavano attraversando, ulteriormente aggravate dalla pandemia in corso.
Le indagini dei carabinieri
Il provvedimento trae origine da una complessa attività investigativa dei carabinieri dei Nuclei Operativi di Genova-Sampierdarena e Novi Ligure, avviata alla fine del 2020 e scaturita da una denuncia presentata da una delle vittime, che però aveva omesso tutte le condotte ascrivibili ad Emanuele Monachella, di cui aveva ben intuito lo spessore criminale. La persona offesa si era infatti limitata a indicare un altro soggetto quale autore di prestiti a tasso usuraio, ovvero il predetto 72enne, individuo percepito come meno pericoloso ma a cui doveva una cifra più alta, infatti da un prestito di poche migliaia di euro, era arrivato ad un debito di circa 50.000 euro a causa degli interessi.
La prima vittima di usura di Monachella
Dalle indagini si appurava che l’imprenditore si rivolgeva anche ad Emanuele Monachella che avrebbe effettuato, a partire dal maggio 2018, vari prestiti per importi tra i 1.000 e i 4.000 euro e richiedendo ed ottenendo la restituzione di tali somme alla scadenza pattuita con ulteriori somme pari ad almeno il 20-25% a titolo di interessi mensili, corrispondenti su base annua a tassi di interesse compresi tra il 200% e il 300%.
Nel corso delle indagini, svolte attraverso una minuziosa attività tecnica e servizi di pedinamento e osservazione, sono stati documentati svariati incontri tra il principale indagato e la parte offesa, finalizzati alla consegna di ingenti somme di denaro. Il tratto costantemente rilevato dagli operanti è stato l’atteggiamento deferente e impaurito che la vittima manteneva in ogni interlocuzione con il suo strozzino che temeva per la nota caratura criminale. Ad Emanuele Monachella venivano altresì contestate condotte estorsive in pregiudizio dello stesso imprenditore poiché, per ottenere le somme richieste, minacciava pesantemente la vittima.
La seconda vittima
L’attività investigativa permetteva di individuare un altro imprenditore dell’alessandrino, anch’egli vittima di usura da parte di Emanuele Monachella che, dopo avergli concesso un prestito dell’importo di euro 2.000, gli richiedeva la restituzione della predetta somma entro un mese con ulteriori euro 500,00 a titolo di interessi (per un totale di euro 2.500) ed ottenendo effettivamente la consegna tre settimane più tardi di euro 2.500.
Sono stati sequestrati dei telefoni cellulari e fogli manoscritti con contabilità sul cui conto sono in corso ulteriori approfondimenti. Al termine delle operazioni, il Monachella è stato tradotto presso la casa circondariale di Genova Marassi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.