Commedia all'italiana

Nessuno è profeta nemmeno nella seconda patria: niente piazza al "barone" Nils Liedholm (perché ateo)

A Lu Cuccaro l'ex calciatore e allenatore svedese aveva stabilito la sua dimora e produceva vini. Ma un comitato di cittadini non vuole un'onorificenza per lui.

Nessuno è profeta nemmeno nella seconda patria: niente piazza al "barone" Nils Liedholm (perché ateo)
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Niente piazza per l'idolo di (quasi) casa. Nemmeno per un...Barone, il "barone" Nils Liedholm. Nessuno è profeta in Patria. Un vecchio adagio che risuona spesso. Ma spesso non si è profeti nemmeno in quella che è stata la "seconda patria", la seconda casa, dove si è messo radici.

Niente piazza per Niel Liedholm, il fatto

Come al solito è la tipica storia in "salsa italiana". La classica storia (quasi) tutta italiana con annesse e connesse polemiche.

Accade a Lu Cuccaro, in provincia di Alessandria, dove il leggendario svedese Nils Liedholm, prima giocatore di Milan e Svezia, poi allenatore scudettato con Milan e Roma, aveva stabilito la sua "dimora di benessere e relax" e dove possedeva la tenuta agricola Villa Boemia di Cuccaro: qui produceva vino ed è rimasto fino agli ultimi giorni di vita, nel 2007.

Ecco allora che Liedholm non è stata un'istituzione solo in Svezia, a Milano e Roma, ma anche appunto in Piemonte, a Lu Cuccaro, in provincia di Alessandria.

Per questo, il sindaco Franco Alessio negli ultimi tempi aveva pensato di intitolare una piazza, nella fattispecie la piazza davanti alla chiesa parrocchiale, appunto al "barone" Nils Liedholm.

"Davanti alla chiesa una piazza intitolata a un ateo, non esiste"

La volontà del sindaco di rendere omaggio a un campionissimo del campo e della panchina che ha dato lustro alla cittadina, si è però scontrata, a sorpresa, con la reazione di un comitato spontaneo di residenti del posto che, di veder intitolata la piazza davanti alla chiesa di Santa Maria Assunta a Liedholm proprio non ne vogliono sapere.

Il motivo? Perché l'allenatore svedese era ateo. Così o comunque agnostico il "Barone" di Milan e Roma si era espresso in più di un'intervista. E per portare avanti le loro ragioni si sono rivolti addirittura a un avvocato.

Ma non solo. I residenti hanno avanzato anche una controproposta: intitolare la piazza a un loro vecchio parroco, don don Giovanni Caprino, parroco per 44 anni del paese che donò quello spazio al Comune in cambio della realizzazione dell'edificio religioso.

Tra braccio di ferro e provocazioni

Quel che si annuncia, nel proseguo della vicenda, è un braccio di ferro. Forse anche robusto. Perché il sindaco di rinunciare a intitolare la piazza a Liedholm non ci sta.

Azzardando addirittura una provocazione:

"Allora intitoliamo vie e piazze a Totò Riina visto che era un cattolico dichiarato e praticante"

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