Coldiretti Piemonte, clima: è sos semine con scarse piogge
“Preoccupa la prospettiva di un inizio novembre con queste temperature ancora calde – evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte.
Il caldo record ha fatto scattare l’allarme siccità fuori stagione per le semine autunnali dei cereali, come il grano, viste le scarse piogge. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento al gran caldo anomalo su tutta la Penisola in un 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo mai registrato dal 1800 con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni ridotte di 1/3, secondo Isac Cnr nei primi 9 mesi dell’anno.
Valori di magra
Il Po e la maggior parte dei suoi affluenti stanno registrando valori di magra estrema mai osservati in passato. La conseguenza di un mese di settembre ben al di sotto delle norme climatiche recenti è visibile dalla portata dei fiumi, come emerge dai dati del Dipartimento Rischi Naturali e Ambientali di Arpa Piemonte. La primavera del 2022 è stata la quinta più secca degli ultimi 65 anni, con temperature eccezionali che si sono avvicinate ai record storici del 2003. L’estate, invece, è stata la seconda più calda in Piemonte negli ultimi 65 anni. Nel mese di agosto, le precipitazioni a macchia di leopardo sulla regione, spesso accompagnate da grandine e vento, hanno impedito che la situazione generale non precipitasse del tutto poiché in linea con i valori climatologici, il mix di scarse piogge ed alte temperature ha contribuito ad incrementare in maniera notevole l’evapotraspirazione proprio nel momento chiave della stagione agricola, così da deprimere il bilancio idro-climatico regionale a livelli peggiori delle annate storicamente negative come il 2003 e il 1990.
“Preoccupa la prospettiva di un inizio novembre con queste temperature ancora calde – evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – che stanno provocando l’allungamento della fase vegetativa delle piante con il rischio di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile successivo abbassamento delle temperature e la conseguente diminuzione del potenziale produttivo delle coltivazioni. Nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche sui parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo. Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi e creano danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.