Virus respiratori e covid nelle acque reflue: il monitoraggio di Arpa
Direttore Arpa: "Nelle prossime settimane, il Centro Regionale di Biologia Molecolare dell'Agenzia, completerà la sperimentazione in corso"
Da più di 2 anni Arpa Piemonte monitora la presenza del virus responsabile del Covid-19 nelle acque reflue collettate dai depuratori di tutta la regione. Forti dell’esperienza acquisita e dell’efficacia dello strumento di sorveglianza ambientale dei patogeni, il Centro regionale di Biologia Molecolare di Arpa Piemonte, in collaborazione con il Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Università di Torino diretto dal Prof. David Lembo, ha intrapreso uno studio sperimentale inerente alla ricerca di altri virus respiratori (Influenza di tipo A, di tipo B e Virus Respiratorio Sinciziale o RSV) nelle acque reflue in ingresso al depuratore di Castiglione Torinese (impianto che serve 44 comuni dell’area metropolitana torinese).
I risultati
I risultati ottenuti nell’arco di tre mesi di studio (ottobre-dicembre), al momento sperimentali, sono promettenti in quanto si dimostrano coerenti con i dati raccolti ed elaborati, anche a scala regionale, dalla rete di sorveglianza epidemiologica denominata InfluNet, come mostrato in figura.
Sottoliena il Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto:
"Nelle prossime settimane, il Centro Regionale di Biologia Molecolare dell'Agenzia, completerà la sperimentazione in corso continuando la valutazione dell’andamento della presenza dei 3 virus sulle acque reflue provenienti dal depuratore di Castiglione Torinesese, ma tale approccio può essere esteso a tutti gli impianti di depurazione regionali di dimensione rilevante".
Una volta compiutamente validato e standardizzato, un metodo di monitoraggio e sorveglianza ambientale dei patogeni nelle acque reflue come quello qui descritto in anteprima, in tandem con i monitoraggi dell’aria negli ambienti a grande affollamento, potrà costituire un valido supporto per la gestione delle ondate epidemiche di influenza stagionale oltreché, naturalmente, per la protezione pandemica a vantaggio della comunità scientifica regionale e nazionale.
"Un esempio chiaro ed un avanzamento efficace della crescita della capacità multidisciplinare necessaria per le sfide sanitarie e ambientali complesse, in linea con la visione ed il modello one health" conclude Angelo Robotto.