I PFAS presenti nei percolati delle discariche
Le concentrazioni riscontrate nei percolati analizzati non superano i limiti del Regolamento POPs
Nel corso del 2022 l’Agenzia ha avviato un’indagine preliminare a livello regionale finalizzata all’approfondimento della presenza dei PFAS in alcune tipologie di rifiuti, a partire dai percolati di discarica.
Il percolato è il colaticcio che si forma dalla degradazione dei rifiuti a seguito dell’eluizione meteorica sul corpo della discarica. I percolati sono normalmente smaltiti in impianti esterni alla discarica, tipicamente impianti di depurazione. I percolati sono rifiuti liquidi con una notevole variabilità analitica, dovuta principalmente alle condizioni meteoriche del territorio in cui sono insediate le discariche e alle loro modalità di gestione (es. grado di copertura, modalità di abbancamento dei rifiuti, ecc). I percolati di discarica sono una potenziale sorgente di contaminazione di PFAS sia per i depuratori a cui sono destinati, sia per le acque di falda della discarica in caso di danneggiamenti delle barriere di fondo.
Nel corso dell’indagine condotta nel 2022, sono stati prelevati in tutto 14 campioni di percolato derivanti da altrettante discariche distribuite sul territorio regionale (1 in provincia di Vercelli, 2 in provincia di Biella, 1 in provincia di Asti, 2 in provincia di Alessandria, 3 in provincia di Cuneo e 5 in provincia di Torino) ed appartenenti alle seguenti tipologie:
- Discariche chiuse ante D. Lgs 36/03: impianti attivi prima del D.Lgs. 36/03 e non autorizzate con AIA (2 discariche).
- Discariche RNP RS: discariche per rifiuti non pericolosi, dedicate allo smaltimento di rifiuti speciali non derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani (5 discariche, di cui una destinata ai soli rifiuti cartari, una allestita con cella per amianto ed una in post gestione)
- Discariche RNP RPSNR: discariche per rifiuti non pericolosi, autorizzate allo smaltimento di rifiuti pericolosi stabili e non reattivi (1 discarica)
- Discariche RNP RU: discariche per rifiuti non pericolosi dedicate allo smaltimento dei rifiuti urbani, anche dopo trattamento in impianti specifici (5 discariche, di cui una in fase di post gestione operativa)
- Discariche RP: discariche per rifiuti pericolosi (1 discarica)
I campioni sono stati sottoposti ad analisi presso i laboratori dell’Agenzia. Per la valutazione dei risultati, si è fatto riferimento innanzi tutto al Regolamento UE 2019/1021 sugli inquinanti organici persistenti (POPs, Persistent Organic Pollutants). Tale Regolamento dispone che i rifiuti costituiti, contenenti o contaminati da POPs in concentrazioni superiori a determinati valori limite, devono essere trattati in modo da garantire che il contenuto di inquinanti organici sia distrutto o trasformato irreversibilmente.
I PFAS che rientrano nel Regolamento POPs, recentemente integrato dal Regolamento UE 2022/2400, sono ad oggi:
- PFOS (acido perfluoroottano sulfonato): limite di 50 mg/Kg;
- PFOA (acido perfluoroottanoico): limite di 1 mg/Kg per PFOA e relativi sali e di 40 mg/Kg per i composti ad esso correlati;
- PFHxS (acido perfluoroesano sulfonico): limite di 1 mg/Kg per PFHxS e relativi Sali e di 40 mg/Kg per la somma dei composti ad esso correlati.
Oltre alle disposizioni del Regolamento POPs, non esistono ad oggi altre indicazioni normative che stabiliscano limiti aggiuntivi per i PFAS nei rifiuti.
Le concentrazioni riscontrate nei percolati analizzati non superano i limiti del Regolamento POPs.
Al fine della valutazione comparativa dei risultati ottenuti, sono state definite 4 classi in base ad intervalli di concentrazione di PFAS:
Le classi sono state poi associate alla Sommatoria PFOA + PFOS ed alla Sommatoria degli altri PFAS.
I risultati aggregati sulla base di tali criteri sono indicati nella seguente tabella.
Nei grafici seguenti, sono rappresentate le classi di concentrazione di PFAS nelle 14 discariche delle diverse province.
Le 2 discariche chiuse, la discarica in provincia di Cuneo dedicata ai soli rifiuti cartari e l’impianto in provincia di Torino destinato a rifiuti speciali non pericolosi con cella per l’amianto presentano, la classe di concentrazione più bassa per la somma PFOA + PFOS. In particolare, sui percolati della discarica chiusa in provincia di Vercelli e della discarica per rifiuti cartari in provincia di Cuneo non si rilevano tracce rilevabili di PFOA e di PFOS. La classe 4, relativa alla presenza maggiore per i PFOA + PFOS, si riscontra in una discarica in provincia di Torino che raccoglie rifiuti non pericolosi, amianto e rifiuti pericolosi, mentre la discarica per rifiuti pericolosi sempre in provincia di Torino si attesta ad una concentrazione di classe 2.
Per quanto concerne la sommatoria degli altri PFAS, la classe più bassa di concentrazione si rileva ancora nella vecchia discarica in provincia di Vercelli, mentre la classe più alta accomuna le tre discariche in provincia di Torino destinate ai rifiuti pericolosi, ai non pericolosi con cella per amianto ed ai non pericolosi con rifiuti pericolosi stabilizzati e con cella per amianto. In questi tre impianti e nelle altre discariche in provincia di Torino e in provincia di Asti si riscontra, inoltre, presenza della molecola cC6O4. Le altre discariche del Piemonte si attestano sulla classe di concentrazione 3 per la sommatoria dei PFAS, ad esclusione di PFOA+PFOS. In una sola discarica in provincia di Torino si rileva inoltre presenza della molecola ADV.
La campagna di indagine condotta nel 2022 ha evidenziato la presenza pressochè ubiquitaria di PFAS nei percolati di discarica analizzati, seppur a diversi livelli di concentrazione; la variabilità analitica, condizionata da diversi fattori esterni (es. grado di copertura della discarica, modalità di abbancamento dei rifiuti, fase di gestione, ecc.), suggerisce l’opportunità di estendere nel corrente anno 2023 l’indagine per un quadro conoscitivo più approfondito.