Peste suina Africana, ora è un'emergenza nazionale
Il virus è presente in otto regioni italiane
La peste suina africana non è più un'emergenza solo di Piemonte e Liguria, bensì di tutta Italia. Ad un anno e mezzo dopo il primo caso cresce, dunque, ancora l'allerta sui suoi possibili danni all'economia del Belpaese, che ha un comparto suinicolo di ben 15 miliardi di Pil (Prodotto Interno Lordo), concentrato soprattutto nelle regioni nel nord.
Delusione sulla barriera anti-psa
La "barriera anti-psa" (lunga più di 100 km) non ha dato fino ad oggi gli esiti sperati tra le province di Alessandria e Genova. I casi nel corso del tempo sono aumentati ed ora rimane l'incognita della gestione della rete.
Virus presente in otto regioni italiane
Il virus che colpisce i suini (cinghiali e maiali, ma non l'uomo) ha iniziato ad essere presente in otto regioni italiane in particolare nelle vicine Lombardia ed Emilia Romagna ma anche in Lazio, in Calabria, Campania, Sardegna.
Nella giornata di ieri, domenica 9 luglio 2023, il professor Ezio Ferroglio, direttore della scuola agraria e veterinaria di UniTo, lo ha ribadito ai cacciatori riuniti a Piovà Massaia, piccolo comune in provincia di Asti.
"Mi auguro che il commissario abbia fatto una previsione corretta - rimarca alla TGR PIEMONTE, Ezio Ferroglio, direttore scuola agraria e veterinaria dell'Università di Torino - perché temo che i tempi siano molto più lunghi. Bisogna investire nella biosicurezza e tenere conto dei dati".
Le priorità
Per il commissario staordinario Vincenzo Caputo rimane quello di eradicare l'epidemia entro tre anni, con l'attuazione di un "piano nazionale di cattura".
L'espansione del virus in altre regioni ora rende comunque tutto più complicato sul piano della sua gestione e, come dicevamo, sui rischi economici e sociali.
Paolo Sparvoli, presidente Ass. Naz. Libera Caccia a Rai 3 da ribadisce:
"Se il commissario ha voglia di utilizzare anche i cacciatori, noi siamo pronti. Ma non si utilizzi la Psa per chiudere la caccia".
Fabio Carosso, assessore Regione Piemonte con delega peste suina:
"Il depopolamento del cinghiale è molto importante. Lo dobbiamo far capire ai territori non ancora interessati dalla malattia. L'aiuto dei cacciatori in tal senso è fondamentale".
Intanto, la Regione Piemonte ha chiesto al Governo Meloni di permettere la caccia anche nei primi tre mesi dell'anno per accellerare gli abbattimenti nelle zone rosse o comunque interessate dalla Psa.
L'ultimo bollettino sulla PSA
I positivi al momento sono 854, ventitré in più rispetto all’aggiornamento della settimana precedente, per quindici casi segnalati in Liguria dove il totale cresce a 387; per otto in Piemonte dove i casi identificati salgono a 467.
I quindi nuovi casi liguri sono stati rilevati: dodici in provincia di Genova, a Genova (dodici da inizio emergenza), uno a Lumarzo (otto), due a Montoggio (diciassette), uno a Serra Riccò (diciassette), quattro a Torriglia (ventidue); tre in provincia di Savona, uno a Dego (due), uno a Stella (dieci), uno a Urbe (quattordici).
Gli otto nuovi casi piemontesi sono stati identificati in provincia di Alessandria: uno ad Acqui Terme (due), uno a Borghetto Borbera (undici), uno a Carpeneto (tredici), uno a Fabbrica Curone (tre), uno a Melazzo (sette), uno a Molare (tredici), uno a Ovada (venti), uno a Rocca Grimalda (sedici). Rimangono 102 i Comuni in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste Suina Africana.