Spinetta Marengo, sequestrate tre discariche dei gessi nel polo chimico
Secondo gli inquirenti negli ultimi tempi sono state nuovamente riutilizzate quando in realtà non era più operative
Mercoledì scorso, 9 agosto 2023, i Carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) hanno sequestrato in maniera preventiva (su disposizione della Procura), ben tre discariche dei gessi nel polo chimico di Spinetta Marengo.
Il motivo del sequestro
Il blitz della scorsa settimana segue l'intervento effettuato dalle forze dell'ordine nel 12 febbraio del 2021 e va quindi di pari passo con l’indagine che si muove sull’ipotesi di reato di disastro ambientale e omessa bonifica.
Secondo gli inquirenti negli ultimi tempi sono state nuovamente riutilizzate quando in realtà non erano più utilizzabili. Si ipotizza, inoltre, che il sito contenga sostanze provenienti dagli scarti di lavorazione e dalla depurazione delle acque.
La replica dell'azienda alla TGR:
"In relazione alle due celle della discarica gessi ubicate all'interno del sito di Spinetta Marengo - scrive l'azienda - precisiamo che la discarica gessi è stata oggetto di regolari controlli da parte degli enti preposti secondo quanto previsto dalle autorizzazioni ambientali in vigore. Solvay ha piena fiducia nell'operato della magistratura con la quale sta collaborando in totale trasparenza e nella certezza di poter dimostrare il corretto operato dei propri manager e collaboratori".
Il blitz del 12 febbraio 2021
Il 12 febbraio 2021 le pattuglie del Noe avevano per ore perquisito gli uffici amministrativi all'interno dello stabilimento Solvay (è un'azienda classificata a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) secondo il D.Lgs 105/2015. La legge prevede che per queste aziende venga redatto da parte delle Prefetture un Piano di Emergenza Esterno (PEE) da attivare in caso di incidente grave) con i Pm Eleonora Guerra e Fabrizio Alessandria, il procuratore capo Enrico Cieri e i tecnici di Arpa Piemonte, e passato a setaccio tutto il sito. Quest'ultimo, nel lontano ormai 2008, era passato sotto la lente d'ingrandimento per una importante e complessa indagine della magistratura alessandrina che aveva portato alla condanna di alcuni dirigenti dell'azienda che gestiscono il polo chimico, per "disastro innominato colposo".
La criticità sollevata in passato dagli inquirenti: la rete idrica non più buone condizioni per garantire un'adeguata sicurezza contro gli inquinanti. Il campanello d’allarme sarebbe stata la presenza in falda del cC6O4 e Pfas.
Il Comitato Stop Solvay ha fatto sapere ieri su Facebook:
"Apprendiamo del sequestro delle discariche interne allo stabilimento. Più volte nel corso degli anni abbiamo denunciato l'inefficacia dello stabilimento di produrre in modo sicuro essendo uno stabilimento vecchio ed obsoleto. Il sequestro dei Noe è un primo passo, ma non sufficiente. La chiusura dello stabilimento, seguita da un'immediata bonifica dell'area è l'unica via efficace per evitare di assistere a decenni di morti".