Alessandria calcio nel caos: il Comune potrebbe togliere lo stadio alla società
L'amministrazione fa sapere che si potrebbe valutare l'ipotesi di revoca della concessione se non si onorano i debiti e non si rispettano le regole
Purtroppo la deriva della società e quella della squadra sembrano andare tristemente a braccetto in questo periodo. Mentre nel weekend i grigi hanno rimediato la quarta sconfitta di fila con il Lumezzane, anche la situazione societaria sembra infatti a dir poco intricata e controversa. Tanto da indurre il sindaco di Alessandria e l'assessore allo Sport a intervenire sulla questione, per quanto di loro competenza.
Settimane tempestose
Tante le criticità e le anomalie di questo inizio di stagione: c'è il valzer degli allenatori (Vitantonio Zaza è già il terzo dall’inizio della stagione); senza contare il caso di René Lobello, il cui ingaggio era stato annunciato in grande stile senza che poi fosse stato depositato alcun contratto; c'è Rinaldo Zerbo inizialmente presentato come direttore generale, anche se mai ufficialmente entrato nell’organigramma societario, poi allontanato con dichiarazioni lapidarie e ora reintegrato in società.
C'era stata poi la vicenda della sospensione del direttore sportivo Quistelli finito in ospedale dopo, stando a quanto da lui raccontato, essere stato colpito al volto e allo stomaco dal market maker dei grigi Michel Stojkovic dopo che lo stesso Quistelli si era rifiutato di dare le dimissioni.
Totalmente diversa la versione fornita dalla società: "Visti i comportamenti e gli atteggiamenti aggressivi e anche intimidatori del sig. Quistelli – aveva spiegato Enea Benedetto, presidente dell’U.S. Alessandria Calcio 1912 – e le molteplici segnalazioni di tale condotta non conforme alla mansione ricoperta dallo stesso e la situazione di pericolo sociale, davanti a testimoni gli ho chiesto le immediate dimissioni. Non essendo le stesse pervenute, siamo stati costretti a sospenderlo in via cautelativa. Gli eventuali screzi tra Quistelli e Stojkovic non sono da ricondursi all’Alessandria Calcio".
La ridistribuzione delle quote
Intanto negli ultimi giorni si sono fatte insistenti delle voci riguardo una redistribuzione di quote della società. Situazione ad oggi alquanto opaca.
Un presunto riassetto delle quote societarie che vedrebbe la cessione da parte del presidente Enea Benedetto di un terzo del proprio capitale sociale, il 20%, in parti uguali a quattro soggetti: tre figure imprenditoriali e Ideale Grigio.
Ma anche in questo caso le cose non starebbero proprio così, almeno stando a quanto comunicato proprio da Ideale Grigio:
In merito alla notizia di stampa diramata nella giornata di ieri Ideale Grigio conferma di aver partecipato esclusivamente ad un incontro con possibili investitori disponibili a rilevare una quota del capitale sociale e che in tale sede nessuno ha sottoscritto alcun impegno per il relativo acquisto. Ribadiamo espressamente che al momento continuano a non esserci le condizioni necessarie per poter avviare un progetto di partecipazione popolare che possa avere un seguito di tifosi e tessuto imprenditoriale locale.
L'intervento dell'amministrazione comunale
Tutti elementi che nelle scorse ore hanno spinto i sindaco di Alessandria Giorgio Abonante e l'assessore Vittoria Oneto a intervenire con fermezza:
"Le ultime notizie sulla gestione societaria dell'Alessandria Calcio ci preoccupano molto. Non competono a noi giudizi e valutazioni sugli aspetti sportivi mentre è nostro dovere controllare il soggetto giuridico che ha in concessione l'uso dello stadio Moccagatta che è di proprietà del Comune e di tutta la comunità alessandrina.
Dobbiamo ricordare che il concessionario di un bene pubblico deve essere in regola con tutti i pagamenti e deve far rispettare le normali e civili regole di convivenza nella cura e gestione quotidiana dell'immobile.
In particolare non è in nessun modo tollerabile che il nostro Moccagatta diventi teatro di condotte violente, da chiunque siano messe in atto.
Per l'ennesima volta si chiede che si svolga l'assemblea soci, che si approvi il bilancio e si chiarisca quali sono le risorse in campo e da chi arrivano; inoltre, che si tracci un preciso piano dei pagamenti per onorare i debiti e la spesa corrente.
In caso contrario si valuterà, nei tempi, nelle forme e nei modi previsti dalla legge, e in accordo con la direzione comunale competente, l'ipotesi di revoca della concessione della struttura.