Filo Diretto

Amnesty torna ad Alessandria: un nuovo gruppo per la difesa dei diritti umani

Dopo oltre dieci anni di assenza, il movimento si riorganizza per riportare nel territorio la voce dei diritti fondamentali nel capoluogo alessandrino

Amnesty torna ad Alessandria: un nuovo gruppo per la difesa dei diritti umani

Grazie a un gruppo di cittadini pronti a dedicare tempo ed energie alla promozione dei diritti umani, Amnesty International si prepara a tornare ad Alessandria. Ne abbiamo parlato a Filo Diretto con Luca Andreani, responsabile Piemonte e Valle d’Aosta di Amnesty International, e Domenico Massano, responsabile Amnesty di Asti.

Amnesty torna ad Alessandria

L’iniziativa, promossa da Luca Andreani, responsabile regionale per Piemonte e Valle d’Aosta, nasce dal desiderio di ricostituire un presidio locale dopo la chiusura del gruppo nel 2009. All’incontro “Amnesty incontra Alessandria”, svoltosi nei giorni scorsi, hanno partecipato oltre duecento soci della provincia, con un entusiasmo che lascia intravedere una nuova stagione di impegno civile.

Amnesty International, fondata negli anni Sessanta per difendere i diritti umani, basa la propria azione sull’indipendenza economica e politica. Nessun finanziamento pubblico né sostegno da parte di banche o partiti, ma solo contributi dei soci e donazioni private: una scelta che garantisce libertà di giudizio e coerenza etica.

Il nuovo gruppo avrà il compito di sensibilizzare la cittadinanza sui diritti fondamentali attraverso mostre, incontri, attività nelle scuole e campagne di informazione. “La varietà delle fasce d’età presenti all’incontro — dai giovani ai pensionati — è il segno di una comunità che vuole ricominciare a parlare di diritti”, ha spiegato Andreani. Un ritorno che promette di riportare la voce della solidarietà e della coscienza civile nel cuore di Alessandria.

Asti e la forza dell’attivismo civico

Ad Asti, l’impegno per i diritti umani non è solo teoria, ma pratica quotidiana. Dal 2019 il gruppo Amnesty locale è diventato un punto di riferimento per la cittadinanza e per le scuole del territorio.

Rinato sei anni fa, il gruppo di Amnesty Asti riunisce persone di età e professioni diverse, accomunate dal desiderio di difendere la dignità e la libertà di tutti. Coordinato da Domenico Massano, il gruppo collabora con istituti scolastici e altre realtà sociali, promuovendo laboratori e materiali educativi pensati per bambini e ragazzi.

L’obiettivo è semplice ma ambizioso: rendere accessibili i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani anche ai più giovani. Attraverso attività interattive e un linguaggio adatto, gli studenti imparano a riconoscere nella vita di tutti i giorni i valori della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto reciproco.

L’esperienza astigiana dimostra come il cambiamento possa partire dal basso, dalla costruzione di relazioni e reti tra persone e istituzioni locali. “Dal dialogo e dalla partecipazione nasce la speranza di un mondo più giusto”, afferma Massano. In un tempo in cui la fiducia nelle istituzioni vacilla, il volontariato civile si conferma una delle risposte più autentiche e durature.

Il rispetto che cambia la cultura

Non è l’abito, ma la cultura che deve cambiare. Amnesty International continua a portare avanti iniziative per sensibilizzare sul rispetto e sul consenso, temi centrali nella lotta contro la violenza e le discriminazioni.
Tra le campagne più toccanti degli ultimi anni c’è “Io lo chiedo”, dedicata al diritto al consenso nei rapporti e alla prevenzione della violenza di genere. La mostra collegata, “Com’eri vestita?”, ha avuto un grande impatto anche sul territorio astigiano: in esposizione, abiti comuni appartenuti a donne vittime di violenza, a dimostrare quanto siano falsi e pericolosi gli stereotipi che colpevolizzano le vittime.

L’iniziativa, promossa dal gruppo Amnesty Asti con il sostegno di amministrazioni locali, ha contribuito a un confronto più ampio sul tema del rispetto reciproco e sull’ascolto come base delle relazioni umane.

Parallelamente, Amnesty lancia la campagna “Proteggo la protesta”, per difendere il diritto fondamentale di manifestare pacificamente, oggi sempre più limitato. In un contesto globale segnato da conflitti e restrizioni, l’associazione ribadisce la necessità di “tenere accese le piccole luci” della partecipazione e della libertà di parola.

Come ricorda uno dei volontari: “Ciò che sembra chiuso dall’alto può essere riaperto dal basso”. Un messaggio di speranza che riporta l’attenzione su ciò che conta davvero: la dignità di ogni persona.