Intervento

Chiesa di Ignazio Garella nel presidio Borsalino: al via la messa in sicurezza

L'opera prima del grande architetto razionalista, in profondo stato di degrado, necessitava di tempestivi interventi che saranno effettuati grazie al FAI e Intesa Sanpaolo, e al cofinanziamento dell’AO AL

Chiesa di Ignazio Garella nel presidio Borsalino: al via la messa in sicurezza
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Sono partiti in questi giorni i lavori di messa in sicurezza della chiesa di Ignazio Gardella, opera presente all’interno del Presidio Borsalino ed esempio, tuttora, di un lessico nuovo, intriso di riferimenti internazionali, e che si discosta, senza rinnegarlo, dal codice novecentista del padre Arnaldo.

Votata come luogo del cuore

Nel 2020 la chiesa, grazie al coinvolgimento di diverse realtà locali, tra le quali le scuole del territorio e la Delegazione FAI di Alessandria che hanno affiancato l’Azienda Ospedaliera di Alessandria, è stata votata come Luogo del Cuore da 30.391 persone al censimento promosso dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ottenendo il 5° posto nella classifica nazionale e il 1° nella classifica speciale dedicata ai «Luoghi Storici della Salute».

In virtù di questa vittoria, l’AO AL, proprietaria dell’importante opera, si è potuta aggiudicare il premio di 20.000 euro messo a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo, a cui ha aggiunto un proprio cofinanziamento di 5.500 euro.

Cosa prevede l'intervento

L’intervento prevede il rifacimento dell’impermeabilizzazione delle coperture e dei terrazzi, oltre alla chiusura, pur in modo provvisorio, delle finestre rimaste prive di vetri. L’obiettivo è quello di contrastare i processi di degrado della chiesa, propedeutici all’intervento di recupero vero e proprio, in fase di prima progettazione.

L’edificio religioso è stato realizzato all’interno del parco annesso all’ex sanatorio antitubercolare Vittorio Emanuele III, ora Centro Riabilitativo Polifunzionale Teresio Borsalino, ed è un precoce esempio di architettura razionalista.

Il cantiere del sanatorio si avvia negli anni Venti del Novecento e assiste a un forzato passaggio di testimone tra il padre Arnaldo Gardella (progettista dell’intero complesso con il collega di studio Luigi Martini), e il giovane figlio Ignazio. La morte prematura del padre costringe il futuro architetto a subentrare nello studio di progettazione paterno.

Un edifico innovativo

Il primo incarico arriva all’interno del complesso del sanatorio: la chiesa deve l’impianto planivolumetrico al progetto di Arnaldo Gardella, ma Ignazio la plasma secondo un lessico innovativo degli anni, che vede un grande dibattito sul futuro della cultura architettonica in un momento storico cruciale: le nuove generazioni reclamano un ruolo da protagonisti nell’architettura italiana ed europea e vorrebbero estromettere i “maestri” accusati di essere troppo legati a correnti tradizionali e poco inclini all’uso dei materiali più moderni quali il cemento armato.

Nel complesso del sanatorio l’incontro/scontro tra le due generazioni si materializza nelle architetture progettate dal padre, con Martini, e portate a conclusione dal giovane figlio. La piccola chiesa è caratterizzata da una rigida simmetria mirata a tenere separati gli uomini dalle donne, nel rispetto della normativa dell’epoca: due distinti ingressi portano all’interno, dove un massiccio muro suddivide longitudinalmente la navata.

Insolitamente, la planimetria è contraddistinta dai muri perimetrali che convergono verso la zona presbiteriale, dove il muro absidale presenta dei “tagli” nella muratura a introdurre suggestive lame di luce. L’altare è illuminato da un lucernario circolare.

Il lessico adottato, quindi, riassume gli stilemi razionalisti: la copertura è piana e priva di cornicioni, il deambulatorio che ricalca la zona absidale si poggia su esili colonnine con struttura metallica, i prospetti, denudati completamente da qualsiasi elemento decorativo aggiunto, trovano nel candore dell’intonaco, l’elemento maggiormente caratteristico.

Ma è la torre campanaria l’elemento che maggiormente caratterizza l’edificio e che denuncia, in maniera forte e perentoria, l’adesione a un nuovo modo di “fare architettura”. La torre è posta in facciata e ne diventa l’unico elemento peculiare. La parte terminale è completamente svuotata e lascia spazio a un traliccio in cemento armato che trova nella funzione di sostenere la campana, la ragione della sua forma.

La messa in sicurezza della chiesa di Ignazio Gardella è dunque un fondamentale passo nella valorizzazione già avviata grazie alla collaborazione proprio della Delegazione del FAI di Alessandria con la temporanea riapertura al pubblico nell’estate del 2021.

Come ha ricordato Federica Armiraglio, Responsabile progetto “I Luoghi del Cuore”: «Nel 2020, di fronte alle difficoltà che il nostro Paese stava affrontando, la dedica di una classifica speciale ai “Luoghi storici della salute”, in omaggio al personale sanitario, è stata una scelta doverosa. La vittoria della chiesa di Ignazio Gardella, opera prima del grande architetto razionalista, che, in profondo stato di degrado, necessitava di tempestivi interventi, ha ricoperto perfettamente quel significato di cura che permette un perfetto parallelismo tra la tutela della salute delle persone e la cura che il FAI opera ogni giorno a favore dello straordinario Patrimonio culturale del nostro Paese. Oggi ci sentiamo orgogliosi di mettere il primo seme nel percorso di rinascita di questo esemplare Luogo del Cuore».

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