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Device indossabili, mobile app e cloud computing per aiutare i pazienti più fragili

Lo studio in tre ambiti: i malati di Parkinson, gli anziani e le persone che stanno affrontando una riabilitazione

Device indossabili, mobile app e cloud computing per aiutare i pazienti più fragili
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Come i device indossabili, le mobile app e i cloud computing possono essere a supporto della medicina? A questa domanda si sta lavorando all’interno del Laboratorio integrato di Intelligenza Artificiale e Informatica in Medicina.

Nuovi percorsi per migliorare la cura dei pazienti

Un lavoro portato avanti, in particolare, da Massimo Canonico, professore di Informatica del DiSIT, il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale, diretto da Leonardo Marchese, che è parte integrante dei Laboratori di Ricerca nati con il DAIRI – Dipartimento Attività Integrate Ricerca Innovazione dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, diretto da Antonio Maconi, per sviluppare proprio nuovi percorsi per una migliore e più precisa cura dei pazienti.

Il professor Canonico ha spiegato:

Attualmente stiamo usando queste tecnologie in tre sperimentazioni: una su persone fragili, una su persone anziane che vivono a casa da sole o ospiti in Rsa - Residenze Sanitarie Assistenziali e una su persone che stanno svolgendo riabilitazione motoria. Tre aspetti molto importanti in cui l’informatica e l’intelligenza artificiale, utilizzando in questa prima fase di ricerca dati raccolti in forma anonima e aggregata, possono essere di supporto concreto alla medicina.

 

I malati di Parkinson

Nel dettaglio, la prima sperimentazione riguarda persone fragili e in particolare quelle affette da Parkinson. In questo caso viene monitorata, attraverso algoritmi di deep learning, la camminata per prevedere la caduta che, purtroppo, è molto frequente in questo tipo di pazienti.

Le persone anziane

Il secondo ambito di ricerca riguarda le persone anziane che vivono a casa da sole oppure che sono ospiti in Rsa. In questo caso, oltre a monitorare la camminata e mandare alert in caso di caduta, vengono misurati anche i parametri vitali (ossigenazione e battito cardiaco).

I soggetti che stanno recuperando la deambulazione

Il terzo e ultimo ambito, infine, è quello della riabilitazione: in questo caso vengono effettuati tre test per capire come la persona sta recuperando la deambulazione dopo, ad esempio, un trauma o un ictus. I test riguardano quanto tempo impiegano le persone a percorrere 10 metri, quanti metri fanno in 6 minuti e quante volte riescono ad alzarsi e sedersi nell’arco di un minuto. Dati che, grazie all’uso dei device indossabili, riescono a monitorare le prestazioni di queste persone per capire come eventualmente cambiare il piano di riabilitazione e ottenere, quindi, i risultati ottimali nel più breve tempo possibile.

 

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