"La moda della vacanza" e "Fuma che 'nduma", presentati ad Alessandria
Sabato 27 novembre, al Museo Etnografico "Cera una Volta" in piazza della Gambarina.
Sabato 27 novembre, al Museo Etnografico "Cera una Volta" in piazza della Gambarina in Alessandria, la presentazione del saggio LA MODA DELLA VACANZA di Alessandro MARTINI e Maurizio FRANCESCONI sarà preceduto da un evento eccezionale ovvero al presentazione per la prima volta in Alessandria del gioco di società MONFERRATO, FUMA CHE 'NDUMA di Liana PASTORIN-
Entrambi gli eventi saranno condotti da Claudio BRAGGIO
L'Orient Express e i suoi passeggeri con passaporto diplomatico, il Lido di Venezia con i capanni sulla spiaggia, le architetture coloniali, Monte Carlo, gli abiti dei piú grandi couturiers, il maharaja di Indore, i primi sci, il lungomare di Brighton, le acque di Vichy, i musicisti e gli scrittori, le teste coronate e la café society. E, ancora, il Train Bleu che corre verso la Costa Azzurra, il Bund di Shanghai, il fumoir del transatlantico Normandie decorato con i pannelli in lacca dorata di Jean Dunand, Lawrence d'Arabia, Marienbad, il Raffles Hotel di Singapore, la marinière di Coco Chanel, Gor¿kij e Lenin che giocano a scacchi a Capri... Sono solo alcuni dei protagonisti di queste pagine che raccontano il trionfo del turismo tra Otto e Novecento attraverso l'architettura e la moda.
Alessandro Martini, Maurizio Francesconi
La moda della vacanza
Dal secondo Ottocento e fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale uno sciame di turisti percorre in lungo e in largo l’Europa, e poi buona parte del globo, in carrozza, in treno, in automobile, in transatlantico e in dirigibile.
Teste coronate e membri dell’alta società, artisti, scrittori, dandy, spie e avventurieri si danno appuntamento in casinò e grand hotel, spiagge e terme, promenade e ristoranti alla ricerca del medesimo, rassicurante e riconoscibile comfort: a Biarritz come a Luxor, a Baden-Baden come a Singapore.
Dove alloggiano, come si divertono?
Che cosa indossano sulle spiagge lungo la Manica, durante l’inverno mite di Nizza o l’estate di Ostenda?
Quali abiti si inventano per i nuovi sport invernali, a St Moritz o a Megève, e quali per le escursioni nell’afa dell’Estremo Oriente?
«Io non ho mai aspirato a essere un grande viaggiatore. Sono stato, piú semplicemente, un giovane tipico del suo tempo». Lo scrittore britannico Evelyn Waugh rie-voca cosí i suoi anni Venti e Trenta: «Si viaggiava perché ci veniva naturale farlo. Sono contento di averlo fatto quando viaggiare era un piacere». […]
Fra il 1815 e il 1914 il numero delle stazioni balneari e termali raddoppia sul solo territorio britannico, mentre aumenta di venti o trenta volte sul continente europeo.
Si seguita a trascorrere l’estate e parte dell’autunno nelle ville di proprietà e perdurano i flussi legati alle «stagioni» nelle grandi capitali, non solo europee.
Londra, Parigi e New York attraggono con feste, mostre e grandi esposizioni, musei, concerti, teatri di prosa e d’opera, appuntamenti dai couturiers e negozi di lusso.
Tuttavia sempre piú spesso ci si reca a «passare le acque» nei centri termali, ormai numerosi e ben attrezzati, si va al lago e di lí in montagna per esplorare, scalare, anche sciare; ci si bagna d’acqua e poi di sole nelle stazioni balneari di nuova fondazione, sui lidi prima nordeuropei e poi mediterranei.
Si viaggia addirittura verso l’oriente, alla ricerca delle piú varie e impensabili suggestioni esotiche, spinti da interessi economici, afflati religiosi, passioni archeologiche.
È l’età d’oro del turismo, durante la quale le élite – prima l’aristocrazia, poi l’alta borghesia – costruiscono canoni di gusto, dinamiche di relazione, strutture funzionali a soddisfare aspettative del tutto nuove, nel rispetto di standard adeguati.
È un processo che tende a uniformare i gusti e le mode dei diversi paesi, superando i confini e addirittura l’Atlantico.
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Alessandro Martini (Torino, 1972), dottore di ricerca in Storia e Critica dei Beni architettonici e ambientali e docente incaricato presso il Politecnico di Torino, è autore di studi sulla città e sull’architettura in età contemporanea. È responsabile delle sezioni Musei, Turismo culturale e Notizie di «Il Giornale dell’Arte » e collaboratore di «The Art Newspaper». Ha pubblicato Le Terme di Acqui (Allemandi 2009; ed. ingl. 2010).
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Maurizio Francesconi (Torino, 1974) è docente di Storia della moda e Semiotica della moda presso lo Ied – Istituto Europeo di Design. Ha tradotto la Storia della moda dal 1850 a oggi di D. J. Cole e N. Deihl, pubblicato da Einaudi, ed è l’autore della voce «Moda» dell’Enciclopedia Utet. Ha partecipato a convegni internazionali e dal 2008 al 2018 è stato l’inviato alle sfilate di Parigi per la rivista «Collezioni».
Gioca di strategia con "Monferrato, fuma che 'nduma!"
L’ultima novità nei giochi di strategia da tavolo della Casa Editrice Demoelà di Genova è “Monferrato, fuma che ‘nduma!”, in distribuzione dal 5 novembre.
Perfetto per amici e famiglie, è un modo divertente per viaggiare attraverso l’epico e il poetico Monferrato, tra le provincie di Alessandria e di Asti. Il gioco di società è stato ideato con i partner ATL Alexala, Bottega del Grignolino e Consorzio turistico Sistema Monferrato. Il gioco rientra tra le azioni di promozione del progetto ViA(E) che coinvolge attori pubblici e privati di Piemonte, Lombardia e Liguria.
Il tabellone di “Monferrato, fuma che ‘nduma!” presenta località da visitare in un percorso, possibile e reale, inanellando uno dopo l’altro - partendo da Grazzano Badoglio e quindi dal mitico Aleramo, da cui ebbe origine il Monferrato – i comuni di Asti, Portacomaro, Cocconato, Moncalvo, Canelli, per attraversare poi la provincia di Alessandria passando da Vignale Monferrato, Cella Monte, Casale Monferrato, Tortona, Gavi, Novi Ligure, Alessandria, Valenza, Ovada, Acqui Terme, Bistagno e il Sacro Monte di Crea, e rientrare quindi in provincia di Asti e terminare il percorso con Fontanile, Nizza Monferrato, Agliano Terme, Costigliole d’Asti e Montiglio Monferrato.
Rivolto ai residenti e agli appassionati di quest’angolo di Piemonte, “Monferrato, fuma che ‘nduma!” - grazie ai contenuti divertenti e bonariamente provocatori delle carte e alle affascinanti illustrazioni - è un’occasione per conoscere meglio luoghi fantastici vestendo i panni di personaggi illustri e percorrendo le tracce di atleti che hanno fatto la storia del ciclismo. Ma è un’opportunità anche per il turista di acquisire informazioni e curiosità sul Monferrato in un modo originale e imparare, magari, a dire fuma che ‘nduma! Andiamo, insomma, in un territorio che si apre agli occhi del visitatore con enormi distese collinari e abbondanti vigneti dai quali si ottengono eccellenti vini, con boschi lussureggianti e secolari, con lunghi corsi d’acqua, antichi borghi e bellissimi castelli. Una terra fertile che delizia con una tradizione gastronomica apprezzata in tutto il mondo. Un paesaggio di rara bellezza in cui perdersi dinanzi a romantici e splendidi orizzonti, o andare alla scoperta dell’autenticità, di quel modo di vivere genuino e semplice che si porta sulle spalle una storia ricca di cultura. Una terra generosa che ha tanto da offrire e da svelare. E non dimentichiamo che il Monferrato, è due volte UNESCO: per il Sistema dei Sacri Monti con Crea e, insieme a Langhe-Roero, per il paesaggio vitivinicolo, riconosciuto eccezionale per la sua capacità di interazione tra uomo e ambiente, di coltivazione della vite e di sviluppo della cultura gastronomica ed enologica a livello nazionale e internazionale.
Un territorio dal valore inestimabile, si potrebbe dire, ma con “Monferrato, fuma che ‘nduma!” si può conquistare! L’obiettivo del gioco, infatti, è accumulare più soldi di tutti gli avversari grazie ai giusti investimenti: dai paesi sulle colline con vigne e castelli alle cattedrali sotterranee, dal Sacro Monte di Crea alla valle del Tanaro, il vincitore diventa il nuovo Marchese del Monferrato!
Le carte “Fà che t’nabi” e “Va ben parei “ contengono dinamiche che ogni persona monferrina conosce: storie della tradizione, espressioni popolari, modi di dire e caratteristiche peculiari di ogni luogo, ed è possibile, inoltre, personalizzarne dieci.
I soldi di “Monferrato, fuma che ‘nduma!”non potevano che chiamarsi Alerami e le banconote portare l’effige di grandi ciclisti, protagonisti di uno sport eroico e molto seguito in Monferrato: Giovanni Gerbi, soprannominato il “Diavolo Rosso”, i campionissimi Costante Girardengo e Fausto Coppi, e Luigi Malabrocca, la storica maglia nera del Giro d’Italia. Sarà per questo che si sente sovente usare l’espressione Pedala! come invito a muoversi, a non perdere tempo.