Filo Diretto

“La sindrome di Tantalo”: un giallo tra mito, acqua e misteri nell’Alessandrino

Il nuovo romanzo di Roberto Masini unisce cronaca, tensione e suggestioni classiche nella provincia di Alessandria

“La sindrome di Tantalo”: un giallo tra mito, acqua e misteri nell’Alessandrino

Un’indagine che nasce da una morte sospetta, si allarga a più delitti e mette in discussione la stessa esistenza del colpevole: è questo il cuore de La sindrome di Tantalo, il nuovo romanzo di Roberto Masini, ospite a Filo Diretto.

La sindrome di Tantalo

Ambientato tra il 2003 e il 2004 in provincia di Alessandria, il romanzo prende le mosse dalla morte enigmatica di uno zio. Da quel primo episodio parte un’indagine “non ufficiale” che coinvolge una giovane impiegata di banca, il suo compagno professore universitario e un giornalista locale che diventa il vero motore dell’inchiesta.

Il titolo richiama il mito di Tantalo, simbolo della frustrazione eterna, e introduce uno degli elementi chiave della storia: l’acqua, che ritorna nella narrazione anche attraverso riferimenti a reali episodi di avvelenamento avvenuti in quegli anni in Italia. Realtà e invenzione si intrecciano in modo costante, dando vita a un giallo che gioca con le aspettative del lettore.

Il romanzo non segue il classico schema rassicurante del “colpevole assicurato”. Al contrario, costruisce un’atmosfera sospesa, in cui il sospetto si allarga e le certezze vacillano. Le indagini coinvolgono anche un capitano dei Carabinieri e un anatomo-patologo, ma la verità sembra sempre sfuggente, tra piste che si rivelano ingannevoli e ribaltamenti finali.

Disponibile online e presto nelle librerie, La sindrome di Tantalo si propone come un giallo profondamente legato al territorio, ma capace di parlare a un pubblico più ampio grazie a temi universali come il desiderio, la colpa e la ricerca della verità.

Dall’horror al giallo

Masini ha iniziato con racconti brevi horror e noir, generi che considera strumenti di esplorazione delle paure profonde. L’horror, per lui, è una forma di catarsi: la presenza del “mostro” permette di spostare il male fuori dalla quotidianità, rendendolo più affrontabile. Una sorta di fiaba moderna in cui il lettore può riconoscere il pericolo, affrontarlo e, spesso, vederlo sconfitto.

Accanto all’horror resta centrale l’amore per il giallo classico, quello costruito sull’indagine, sugli indizi e sulla scoperta progressiva del colpevole. I suoi modelli di riferimento sono Agatha Christie e Conan Doyle, mentre guarda con maggiore distacco al giallo psicologico e sociale.

Nel processo creativo Masini alterna due metodi: talvolta parte da un titolo, altre volte – come nel caso del suo ultimo romanzo – da un’idea precisa sul modo in cui avviene un delitto. Da lì costruisce la storia, facendo largo uso della documentazione, oggi facilitata dagli strumenti digitali. Internet diventa così un alleato per rendere credibili ambientazioni, linguaggi e contesti sociali.

La scrittura, per Masini, resta soprattutto un piacere. Un’attività notturna, ritagliata tra impegni lavorativi e familiari, con la figlia come prima lettrice e revisore attento. Un percorso fatto di passione, più che di ambizioni commerciali.

I consigli agli aspiranti scrittori

Secondo Masini, il primo passo per uno scrittore esordiente è non scoraggiarsi. I suoi lavori sono arrivati all’attenzione degli editori attraverso concorsi letterari, soprattutto nel settore del giallo e dell’horror. Un percorso lento, fatto di attese, ma necessario per essere valutati seriamente.

Uno dei punti più importanti riguarda il rapporto con le case editrici. Masini mette in guardia dalle realtà che chiedono contributi economici agli autori per pubblicare. Un editore serio, spiega, non chiede soldi, investe sull’opera e riconosce allo scrittore almeno alcune copie omaggio del libro. Le risposte troppo rapide sono spesso un cattivo segnale: pubblicare un romanzo richiede tempo, lettura attenta e selezione.

La scrittura, inoltre, non deve essere vista come una fonte di guadagno. Nella maggior parte dei casi è una passione, un modo per comunicare qualcosa di sé agli altri. I successi editoriali sono rari e non possono essere un obiettivo immediato.

Il consiglio finale ai giovani – e non solo – è semplice: continuare a scrivere, inviare i propri lavori, partecipare ai concorsi e non arrendersi. La pubblicazione può arrivare, ma solo con perseveranza e consapevolezza.