A Filo Diretto un bilancio sull’avvio dell’anno scolastico in Piemonte con Laura Bergonzi, dirigente Ufficio scolastico regionale Alessandria e Asti, tra calo degli iscritti, nuove necessità educative e novità per studenti e docenti.
Tra calo demografico e nuove esigenze di inclusione
Nelle scuole della provincia di Alessandria sono tornati sui banchi oltre 44.600 studenti. Un numero importante, ma segnato da un trend negativo: ogni anno si perdono circa 300 iscritti a causa del calo demografico. Una diminuzione che incide anche sugli organici, con meno posti disponibili per i docenti.
In controtendenza cresce il numero di alunni con disabilità, che richiedono un maggiore investimento sul sostegno. Per molti istituti è stata necessaria una revisione dell’organizzazione delle classi, garantendo un insegnante di riferimento in più per favorire l’inclusione.
Accanto a questo fenomeno si registra anche l’aumento degli studenti stranieri. Per rispondere a questa realtà, il Ministero ha introdotto docenti specializzati nell’insegnamento dell’Italiano come seconda lingua (L2) anche nelle scuole medie, laddove la presenza di alunni di origine straniera è più alta. Un passo che punta a ridurre le barriere linguistiche e favorire l’integrazione.
Nonostante le sfide, l’avvio dell’anno è stato giudicato positivo. Le nomine dei docenti si sono concluse in tempo utile e non si sono registrati particolari disagi. Una partenza serena che offre alla scuola la possibilità di concentrarsi su ciò che conta di più: accompagnare i ragazzi in un percorso educativo che tenga conto delle loro fragilità, ma anche delle loro potenzialità.
Scuola e famiglie
La dirigente dell’Ufficio scolastico di Alessandria e Asti ha ricordato come il rapporto tra scuola e famiglia sia il vero cuore dell’educazione. Quando c’è collaborazione, il percorso formativo diventa vincente; ma non mancano conflitti che, in alcuni casi, finiscono persino in sede legale.
La scuola contemporanea deve affrontare nuove fragilità giovanili, che richiedono attenzione e sostegno psicologico, ma anche valorizzare i talenti degli studenti eccellenti. Da qui l’importanza di mantenere un equilibrio tra tradizione e innovazione: accanto a materie classiche come il latino, oggi si affermano competenze digitali, certificazioni linguistiche e scambi internazionali.
Si discute anche su temi più quotidiani ma non meno rilevanti: l’uso del “lei” o del “tu” nei confronti degli insegnanti, l’abbigliamento considerato consono all’ambiente scolastico, fino all’ipotesi di reintrodurre il grembiule.
La scuola si conferma così specchio della società: un luogo in cui si intrecciano cultura, regole e convivenza. In una realtà sempre più multiculturale, gli insegnanti hanno il compito non solo di trasmettere nozioni, ma di educare al rispetto reciproco, formando cittadini consapevoli.
Cellulari banditi e nuova maturità
Il nuovo anno scolastico porta con sé alcune misure destinate a incidere sul percorso degli studenti. La più immediata riguarda l’uso del cellulare: i dispositivi non potranno più essere utilizzati durante le ore di lezione. Una scelta accolta senza particolari polemiche e che mira a ridurre distrazioni, migliorare la concentrazione e limitare i rischi legati alla dipendenza digitale. Ogni scuola avrà autonomia nell’applicazione pratica del divieto, decidendo se ritirare i telefoni all’ingresso o semplicemente imporne lo spegnimento.
Un altro cambiamento riguarda l’esame conclusivo del percorso scolastico, che tornerà a chiamarsi “esame di maturità”. La nuova formula prevede una commissione composta in modo paritetico da docenti interni ed esterni, due prove scritte e un colloquio orale più ampio, che toccherà quattro discipline dell’indirizzo. L’obiettivo è restituire autorevolezza a un passaggio fondamentale della carriera formativa.
Accanto a queste novità, la scuola si conferma un laboratorio di inclusione. In molte classi convivono studenti di culture ed etnie diverse, e gli insegnanti lavorano per trasformare la diversità in ricchezza educativa. È questa la sfida più grande: accompagnare i ragazzi fragili e al tempo stesso valorizzare le eccellenze che si distinguono nelle competizioni nazionali e internazionali.
Il futuro della scuola, conclude la dirigente, si gioca proprio qui: nell’equilibrio tra disciplina, innovazione e inclusione, per formare cittadini pronti ad affrontare un mondo complesso.