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Lo studio di AO AL sulle infezioni urinarie: come ridurle per migliorare la salute del paziente

Lo studio prevede il monitoraggio della diuresi sui pazienti ricoverati

Lo studio di AO AL sulle infezioni urinarie: come ridurle per migliorare la salute del paziente
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Ecoclin è il nome dello studio osservazionale attivato dal personale infermieristico della Medicina Interna dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria e seguito dall’Unità di Ricerca delle Professioni Sanitarie del DAIRI per valutare l’appropriatezza del posizionamento dei cateterismi vescicali attraverso l’utilizzo dell’ecografia vescicale.

Il nuovo studio dell'Azienda Ospedaliera di Alessandria

La ritenzione urinaria è l'incapacità di svuotare la vescica nonostante sia piena e può essere una condizione acuta o cronica che si verifica a seguito di diverse patologie o come complicanza post-operatoria, durante la gravidanza o a seguito di traumi.
Ritenzione che può essere rilevata e monitorata in due modi: con l’inserimento di un catetere vescicale o con l’esecuzione di un’ecografia. Il primo metodo, in quanto procedura invasiva, provoca disagio psicologico e fisico, imbarazzo e aumenta il rischio di infezioni.
L’ecografia vescicale eseguita dall’infermiere, invece, è un metodo di valutazione non invasiva e consente, in caso di ritenzione urinaria acuta, di riconoscere il problema e di formulare una corretta diagnosi, di valutare il volume vescicale e decidere di eseguire il cateterismo solo quando il volume supera un determinato valore definito dalle linee guida.

La semplice applicazione di questa tecnica non irradiante e facilmente accessibile si è diffusa in molti campi medici nel corso degli anni e sta ora raggiungendo altri professionisti sanitari. L'uso degli ultrasuoni da parte degli infermieri, infatti, è in rapida evoluzione tra le loro attività quotidiane.

Il monitoraggio della diuresi sui pazienti volontari

Lo studio, attivato in Medicina Interna dell’Ospedale di Alessandria, diretta da Luigi Mario Castello e con il coordinamento infermieristico di Giovanna Bertin, prevede sui pazienti ricoverati che esprimono la volontà di partecipare, il monitoraggio della diuresi ogni 4 ore. In caso di non emissione di urina per 4 ore consecutive, i pazienti saranno valutati attraverso un esame ecografico e rivalutati più volte (a distanza di 2 ore da ciascuna rilevazione ecografica) se necessario. L’esito dell’esame determinerà la decisione di posizionamento del catetere vescicale.

Ottenere una misurazione affidabile del volume della vescica è importante nella valutazione della ritenzione urinaria, che può avere un impatto sulle decisioni e sulla pratica clinica.
La diffusione dell’uso di questo strumento, quindi, offre ricadute nella pratica clinica riducendo il posizionamento improprio del catetere in vescica, le infezioni e i costi legati anche ai materiali utilizzati e al tempo infermieristico necessario per la sua applicazione e gestione.

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