Trovato morto lupo che era stato avvelenato in Alta Valle Grana
Il radiocollare ha iniziato a inviare segnali inequivocabili: il lupo era fermo da troppo tempo.
È stato recuperato morto nella mattina di lunedì 4 febbraio 2019 in alta Valle Grana, il lupo avvelenato nel Vallone dell’Arma, nel Comune di Demonte, e rilasciato nella stessa zona dopo essere stato curato e dotato di un radiocollare Gps.
Due i lupi avvelenati, uno muore subito l’altro sopravvive
I fatti risalgono ai primi giorni di gennaio 2019, due lupi sono stati avvelenati, trovati in gravi condizioni di salute, sono stati segnalati e recuperati nel Vallone dell’Arma, in Valle Stura, sul territorio del Comune di Demonte, da Carabinieri Forestali e guardiaparco.
Il primo animale, segnalato in data 2 gennaio 2019, è morto a distanza di poche ore dal recupero. Il secondo, recuperato il 7 gennaio, è stato curato da veterinari professionisti limitando al massimo le interazioni con il personale e provvisoriamente sistemato in un’area confinata sottoposta al minimo disturbo antropico, per evitare abituazione.
A due settimane di distanza, le sue condizioni sono migliorate e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Nazionale (ISPRA) ha indicazioni per il rilascio in natura non appena possibile. Per entrambi i lupi, le analisi hanno confermato la diagnosi di avvelenamento.
La sua libertà è durata appena una settimana
Dalle coordinate ricavate dal collare Gps, incrociate con le osservazioni sul campo, sembrava che l’animale si fosse ricongiunto con il suo branco. Tutto lasciava quindi sperare in un epilogo migliore della sua avventura, quando il radiocollare ha iniziato a inviare segnali inequivocabili: il lupo era fermo sempre nello stesso punto. Da troppo tempo.
I guardiaparco delle Aree Protette Alpi Marittime e i Carabinieri Forestalisono intervenuti sul posto per il recupero dell’animale, individuato a lato della strada che sale al Santuario di Castelmagno.
180 lupi trovati morti in meno di 10 mesi
A un primo esame, la causa più probabile di morte è l’impatto con un veicolo. Dei 180 lupi trovati morti in Regione Piemonte dal 1998 ad aprile 2018, la grande maggioranza è rimasta vittima di incidenti con mezzi di trasporto (treni e automobili). I lupi investiti sono quelli più facili da individuare, lungo le strade o le ferrovie, ma è lecito supporre che siano molti, molti di più gli animali uccisi illegalmente (arma da fuoco, trappole, avvelenamento) di cui solo in pochissimi casi si riesce a recuperare la carcassa.
Dopo le nevicate capita spesso che i selvatici – prede e predatori – approfittino delle strade sgombere dalla neve per spostarsi più agevolmente, spesso finendo per rimanere intrappolati nella carreggiata, fra i muri di neve compatta ammucchiati ai lati dai mezzi. È quello che è capitato di recente in Val Casotto, dove un lupo ha attraversato di gran carriera la piccola frazione omonima (Valcasotto, nel comune di Pamparato) e dove un’auto ha inseguito un animale in corsa, filmandolo per qualche centinaio di metri.
Che si tratti di un lupo, di un capriolo, di un cinghiale o di qualsiasi altro animale ricordiamo che, oltre che essere vietato dalla legge, è anchestupido e crudelespaventare un selvatico costringendolo a correre a perdifiato solo per il gusto di avere un video o una foto da esibire come trofeo sui social.
In caso di avvistamento di lupi, cinghiali e animali in genere, si raccomanda di rallentare o di fermarsi e di aspettare che l’animale trovi una via di fuga per allontanarsi, godendosi l’incontro senza trasformarlo in una sleale gara di velocità.
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