Valenza: l'omaggio ai caduti e al Milite Ignoto
Le foto e l'orazione della Festa delle Forse Armate.
Si è chiuso l'articolato programma predisposto dalla città di Valenza per la Festa dell’Unità Nazionale e della Festa delle Forze Armate.
La giornata di domenica 7 novembre prevedeva una prima celebrazione al quartiere Fogliabella, in memoria del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Quindi alla frazione Villabella per la Messa e successiva deposizione di corona alla lapide ai caduti.
La manifestazione è proseguita alle ore 10 a Valenza centro con la Messa in Duomo, subito dopo, in Piazza XXXI Martiri la partenza del corteo cittadino con deposizione di corone sulla facciata di Palazzo Valentino, alla lapide dell’edificio scolastico in Viale Oliva e al monumento ai caduti dei giardini don Minzoni. Al termine l’orazione ufficiale del sindaco Maurizio Oddone che è riportata nel seguente capitolo.
La gallery
L'orazione del Sindaco
La ricorrenza che quest’anno celebriamo a Valenza, come in tutto il Piemonte, come in tutta Italia, assume un significato particolare perché al ricordo del 4 Novembre, con i valori della Patria Immortale che vengono rinnovati ogni anno, in questo 2021 cade una ricorrenza altrettanto importante, quella di cento anni della traslazione all’Altare della Patria delle spoglie del Milite Ignoto.
Tale ricorrenza suggella il legame tra le nostre Forze Armate che sia in tempo di Guerra che in tempi più vicini a noi – e penso ai Caduti del Kivù, di Mogadiscio, di Nassiriah, dell’Afghanistan – hanno perso la vita per compiere le loro missioni di Pace e Civiltà in terre lontane – hanno pagato un altro tributo di sangue, suggellando in questo modo il Patto tra loro e la Nazione. Ma non è stato soltanto in Guerra che questo impegno si è sostanziato nel corso del secolo che si è succeduto dalla deposizione del Milite Ignoto. Le Forze Armate sono state al fianco ed a sostegno sia della Comunità Internazionale, e mi riferisco esplicitamente alle operazioni di peacekeeping per il mantenimento della pace nei Balcani, in Libano o ai confini del mondo come a Timor Est, sia della nostra comunità nazionale. Gli esempi di questi ultimi interventi sono lunghissimi.
"Le bare di Bergamo"
E’ sufficiente ricordare quella terribile ferita ancora aperta dello della sfilata di automezzi militari incolonnati a Bergamo che portavano per l’ultimo viaggio le persone uccide da quel nemico, perfido ed invisibile chiamato Covid-19, l’impegno dell’Esercito nella campagna vaccinale o il ruolo delle nostre ali per l’evacuazione degli italiani, degli europei e degli afghani in pericolo di vita dopo l’ingresso dei Talebani a Kabul.
Il milite ignoto
Le nostre forze armate, democratiche e fedeli alla Costituzione della Repubblica dunque non possono non essere il collante tra i Cittadini e lo Stato, nonché espressione di un’Unità Nazionale raggiunta con le tre guerre risorgimentali e cementata nelle trincee della Grande Guerra, con l’altissimo tributo di 600mila vite spezzate, perlopiù giovani e giovanissime.
Il Milite Ignoto fece il miracolo di pacificare, sia pure temporaneamente con il suo viaggio da Aquileia a Roma, gli spiriti degli estremismi dell’epoca. I valori dell’Unità sono rimasti anche e nonostante la dittatura ventennale, la sciagurata esperienza del secondo conflitto mondiale,, gli orrori della Guerra Civile e sono stati ribaditi ancora più forti dalla fine del conflitto e dalla scelte del Popolo Italiano di darsi una Costituzione democratica.
"La difesa della pace dovere dei cittadini"
La Carta Costituzionale, all’articolo 52 recita testualmente che “ La difesa della Patria è sacro dovere del Cittadino’. Questa affermazione non è contraddittoria la sospensione della leva obbligatoria dell’inizio degli anni Duemila. La ferma militare è su base volontaria, principio allineato a quello della maggior parte dei Paesi. Ma sta anche a significare che al di là della difesa in armi, fortunatamente oggi lontana dato il lungo periodo di pace di cui ha vissuto l’Europa, sotto l’aspetto delle vicende belliche tradizionali, questo dovere può e deve essere adempiuto anche sotto altre forme, una delle quali è il volontariato.
Forze Armate e vita civile
In un certo senso, però, l’appartenenza alle forze armate, alle forze dell’ordine, pur dismettendo la divisa al termine del proprio percorso nel Corpo o nell’Arma, difficilmente fa venire meno quei principi che sono stati alla base di questa o quella scelta di servire lo Stato e quindi la Comunità. Così spesso troviamo alpini, bersaglieri, carabinieri, carristi e cito soltanto queste categorie ma l’elenco sarebbe lunghissimo, che pur in congedo non smettono di prestare il loro servizio a favore degli altri nel volontariato, o nelle
Associazioni dell’Arma cui sono appartenuti o in altre realtà. Anche questo è un contributo importante che ci rende particolarmente orgogliosi di appartenere alla comunità nazionale, alla comunità piemontese, alla comunità valenzana, tutte realtà dove queste persone e questi principi sono sempre pronti a dare il loro contributo disinteressato a favore del prossimo.
E la terribile prova dell’emergenza sanitaria lo ha dimostrato e continua a dimostrarlo tutti i giorni
W L’ITALIA, W LA REPUBBLICA, W LE FORZE ARMATE
E CHE DIO ASSISTA LA PATRIA, IL PIEMONTE, LA NOSTRA COMUNITA’ VALENZANA