Agente ustionato da un detenuto nel carcere “Cantiello e Gaeta” di Alessandria
Il detenuto ha aggredito l'agente lanciandogli contro un secchio di acqua bollente e provocandogli gravi ustioni alle gambe

Ennesimo episodio di grave violenza ai danni di un poliziotto penitenziario presso la Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria.
Agente ustionato nel carcere di Alessandria
Verso le 19 dello scorso lunedì 7 luglio, un detenuto italiano, ristretto nella sezione 3B (regime ordinario, reati comuni), ha aggredito un agente di Polizia Penitenziaria lanciandogli contro un secchio di acqua bollente e colpendolo alle gambe.
L'agente, ustionato in modo serio ad entrambe le gambe, è stato ricoverato presso l’Ospedale di Alessandria, dove ha trascorso la notte con bende compressive, in attesa dell’intervento del chirurgo plastico. Nella giornata dell’8 luglio è stato dimesso con una prognosi di 15 giorni, salvo complicazioni.
Secondo quanto riportato dall'Osapp, il detenuto avrebbe reagito in modo violento poiché sosteneva - senza alcun fondamento - di dover essere scarcerato per fine pena. "L’episodio, che poteva avere conseguenze ancora più drammatiche, dimostra come le carceri italiane siano diventate un concentrato di violenza, sopraffazione e degrado umano - denuncia il segretario generale Leo Beneduci - in cui sovraffollamento e suicidi, spesso citati in maniera sbrigativa come cause principali ed uniche del dissesto del sistema, sono solo la punta di un iceberg che ha basi ed estensione assai più profondi e datati nel tempo".
Per il leader del sindacato della Polizia Penitenziaria quanto accaduto ad Alessandria dimostra invece quanto il consumo-spaccio di stupefacenti e la malattia mentale la facciano oramai da padroni nelle carceri italiane: "Il mercato interno di droghe e farmaci, in alcuni casi gli stessi somministrati dai sanitari che operano negli istituti di pena, ha raggiunto livelli insostenibili - indica ancora il sindacalista - e quello che è peggio è che tale traffico, al pari di quello degli smartphone che entrano illegalmente nelle sezioni detentive è gestito completamente dalle associazioni criminali di cui molti esponenti sono allocati nelle sezioni c.d. 'ad Alta Sicurezza' - A.S., che determinano sorti e comportamenti degli altri detenuti 'comuni' che sono la maggioranza".
"Purtroppo - prosegue il segretario generale dell'OSAPP - per quanto riguarda gli appartenenti al Corpo di Polizia nel distretto Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, di cui il carcere di Alessandria è parte, ma anche presso altri distretti sul territorio nazionale, la grave disorganizzazione e l'improvvisazione gestionale da parte dei ben retribuiti vertici dell'Amministrazione agiscono sinergicamente con le gravi carenze di organico e con una formazione professionale insufficiente ad affrontare emergenze quali ed anche la tossicodipendenza, il disagio psichico, o le azioni della criminalità organizzata ed è per questo che ai poliziotti penitenziari, da Sanremo a La Spezia, da Aosta a Ivrea, da Cuneo a Torino, passando da Alessandria a Vercelli, e da Imperia a Genova Marassi e Genova Pontedecimo, per citarne alcuni, quale alternativa agli insulti, alle aggressioni e alle lesioni quotidiane, non resta altro altro che dimettersi dal Corpo come in molti, purtroppo, stanno facendo".
"L'evidenza dei fatti e del dissesto in corso per le carceri italiane è tale che oramai occorre considerare l'emergenza penitenziaria e le drammatiche condizioni del personale di Polizia Penitenziaria quali vere e proprie emergenze nazionali, ma le risposte in termini di intervento del Ministro Nordio e dell'intero dicastero della Giustizia sono risultate assai parziali e di scarsa e utilità, per cui l'appello che inviamo è rivolto alle sensibilità del Presidente della Repubblica Mattarella e al Capo del Governo Meloni." - conclude Beneduci.