ALESSANDRIA

Aggredito da un detenuto un agente di polizia penitenziaria nel carcere Don Soria

I sindacati: “Servono interventi strutturali per evitare questi episodi”

Aggredito da un detenuto un agente di polizia penitenziaria nel carcere Don Soria
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Nella giornata di martedì 21 febbraio 2023, un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto nel carcere Don Soria di Alessandria. A darne notizia è stato il segretario regionale del Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Vicente Santilli.

Secondo quanto emerso, il detenuto avrebbe lanciato all'agente una bomboletta del gas. Trasportato al Pronto Soccorso, è stato dimesso con una prognosi di 10 giorni.

"Speriamo finisca presto questo massacro nei confronti della Polizia penitenziaria, anche con strumenti idonei per garantire l'incolumità degli agenti -ha riferito Santilli- servono, e il Sappe lo rivendica da tempo urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a polizia e carabinieri, ossia pistola "taser" e spray al peperoncino. Non passa giorno che non si verificano aggressioni nei confronti della Polizia Penitenziaria che presta servizio in Piemonte: e siamo sconcertati dall'assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all'ordine del giorno", conclude.

I sindacati: “Servono interventi strutturali per evitare questi episodi”

Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, esprime la solidarietà del primo Sindacato del Corpo all'Agente di Polizia rimasto ferito al Don Soria e denuncia:

"Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia”.

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