sospetto di violentatore seriale

Agricoltore rapina e violenta una ragazza: convalidato il fermo | FOTO e VIDEO

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Agricoltore rapina e violenta una ragazza: convalidato il fermo di indiziato di delitto operato nei giorni scorsi dai Carabinieri

Agricoltore rapina e violenta una ragazza

Resta in carcere, anche in applicazione della misura cautelare disposta dal GIP, l’agricoltore ritenuto l’autore della violenza sessuale ai danni di una giovane ragazza. Il sospetto che si tratti di un violentatore seriale.

La denuncia

E' la notte tra il 21 e il 22 giugno quando, poco dopo le 03.30, un uomo chiama il 112 per denunciare che la figlia, rientrata a casa poco prima, aveva raccontato di essere stata rapinata e violentata da uno sconosciuto. I carabinieri, giunti a casa della vittima, raccolgono la sua testimonianza prima che questa, fortemente traumatizzata, vengo trasportata con un’autoambulanza della Croce Rossa, presso l’ospedale di Novi Ligure per le cure e gli accertamenti sanitari del caso.

I Carabinieri di Serravalle Scrivia, coadiuvati nelle indagini da personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia CC di Novi Ligure, riescono presto a individuare sia il luogo dove la vittima era stata fermata e “sequestrata” dal malvivente, sia quello dove era stata poi condotta e dove era avvenuta la violenza.

Il racconto dei fatti

La giovane aveva raccontato che verso le ore 23.40 di quella sera, mentre stava tornando a casa alla guida della sua auto, aveva notato che sulla strada, vi era un grosso ramo che le ostruiva il passaggio. Non avendo modo di aggirarlo, si era fermata ed era scesa dalla macchina per spostarlo. A quel punto, il racconto della giovane ai Carabinieri aveva assunto mano a mano i contorni del rodato cliché di film horror / thriller. Appena fuori dall’auto, la ragazza aveva sentito qualcosa muoversi tra i cespugli a lato della strada. Pensando potesse trattarsi di un cinghiale, anche perché poco prima ne aveva incrociato uno davvero grosso, spaventata, aveva rivolto lo sguardo verso il luogo da cui provenivano i rumori. All’improvviso, aveva visto sbucare dai cespugli una figura umana che, con il viso nascosto da un passamontagna scuro ed una roncola in mano, correva verso di lei. Terrorizzata e impietrita, aveva gridato, ma a quell’ora e in quel luogo nessuno aveva potuto sentirla. Nonostante tutto, era riuscita a trovare la forza per risalire in auto e chiudervisi dentro, ma l’uomo, che ormai l’aveva raggiunta, con il manico della roncola aveva frantumato il vetro del finestrino, aprendo la portiera. L’aggressore, estratto un taglierino e puntatoglielo alla gola, le aveva intimato di spostarsi sul sedile del passeggero: “Spostati, altrimenti ti ammazzo…”. Salito al posto di guida, dapprima le aveva legato i polsi con delle fascette da elettricista, successivamente era partito, svoltando poco dopo in una strada dissestata, inoltrandosi con l’auto nella folta vegetazione. Arrestata la marcia, l’uomo aveva ordinato alla ragazza di scendere e di sedersi per terra, dopodiché le aveva legato con altre fascette i polsi alle caviglie. L’uomo aveva preso la borsa della giovane dalla macchina e vi aveva rovistato all’interno estraendo il portafogli nel quale però non vi era denaro e per questo si era arrabbiato. Incurante delle suppliche della ragazza che gli chiedeva di lasciarla andare, l'aggressore le aveva messo la giacca di pelle attorno alla testa coprendole il viso. Quindi aveva estratto di nuovo il taglierino, le aveva messo una mano sul viso, premendo sulla giacca, al punto che la giovane, avendo l’impressione di soffocare, aveva cominciato a dimenarsi con tale forza della disperazione che era riuscita a rompere entrambe le fascette che le costringevano i polsi alle caviglie. L’uomo a quel punto continuando a gridarle di star ferma l'aveva immobilizzata e dopo averle puntato il coltello alla gola ed averla minacciata di star ferma altrimenti l’avrebbe uccisa, l'aveva violentata. Non soddisfatto, si era impossessato dei suoi indumenti intimi e dopo averle ordinato di sedersi in macchina, aveva cominciato a farneticare dicendole, tra l’altro, che quella sera era uscito con l’intenzione di ammazzare una donna, la prima che avrebbe incontrato. In preda al panico, la giovane aveva cercato di assecondarlo, nella speranza che non le facesse altro male. L’uomo aveva poi abusato nuovamente di lei.
Infine l'aggressore le aveva consentito di recuperare le proprie cose e, dopo averla fatta risalire in macchina, l'aveva condotta nel luogo dove l’aveva aggredita, lungo la strada interrotta dal grosso ramo, poi era sceso dall'auto ed era fuggito fra i cespugli a margine della strada. Finalmente, sola la ragazza era finalmente riuscita a riprendere il suo cellulare, che nella concitazione aveva nascosto in macchina. Erano le 3.30 del mattino, l’incubo era finito.

Le indagini

Il sopralluogo e gli elementi raccolti hanno portato a ipotizzare che il malfattore abitasse proprio in quei luoghi o che fosse comunque esperto conoscitore di sentieri e delle possibili vie di fuga, talché egli avesse raggiunto il luogo dei fatti attraversando le acque del fiume Scrivia, che in quella zona ha ampie aree di secca e che lo stesso avesse nascosto in precedenza un veicolo/mezzo di trasporto in una delle rientranze presenti lungo la strada per poi utilizzarlo per allontanarsi.
Lo scorso 12 ottobre 2019, nel medesimo punto e con analoga modalità, un automobilista in transito sulla strada che da Stazzano conduce a Cassano Spinola si era visto la strada ostacolata da dei rami nello stesso punto dove poi è avvenuto il fatto narrato. Nella circostanza, l’automobilista era sceso dal mezzo e, nello spostare i rami, aveva scorto una figura umana allontanarsi e dileguarsi nella vegetazione. Quest’ultimo episodio non aveva avuto seguiti, ma alla luce dell’attuale aggressione assume un nitido, specifico ed ancor più preoccupante precedente.

45enne di Serravalle

Le indagini hanno condotto in breve i Carabinieri a B. C., un 45enne di Serravalle Scrivia, noto per i suoi numerosi precedenti giudiziari, residente non molto distante dal luogo dove si erano verificati i fatti. Per lui sarebbe risultato facile raggiungere anche a piedi il luogo dell’agguato. Questi, peraltro, possedeva mezzi agricoli con i quali avrebbe potuto muoversi agevolmente tra i campi, anche attraversando il fiume.
Quanto riferito dalla vittima ha permesso tra l’altro di tracciare un identikit psicofisico del suo carnefice corrispondente proprio a quello di B. C..

I precedenti

Il 45enne, infatti, sia in passato che in tempi recenti, aveva avuto rapporti conflittuali con le donne, sfociati in alcuni episodi che avevano avuto anche rilevanza penale e che lo avevano esasperato al punto da odiare la donna sposata di cui si era in precedenza invaghito e che lo aveva visto cercare vendetta contro lei e suo marito.

Altro tentativo di aggressione

Nella notte tra il 28 e il 29 giugno, verso l’una, una donna di origini sudamericane, nel percorrere alla guida della propria vettura la stessa strada che da Stazzano conduce a Cassano Spinola, giunta nel medesimo punto in cui si era verificato l’agguato ai danni della ragazza una settimana prima, aveva notato dei rami che ostruivano la strada. La donna, intuendo il pericolo rappresentato dall’ostacolo, aveva fatto retromarcia riuscendo a sfuggire all’insidia. Infatti, nel corso della manovra, pur non riuscendo a scorgere alcuna figura umana, udiva distintamente il rumore di oggetti che colpivano la carrozzeria della sua auto, verosimilmente scagliati da un ignoto aggressore nel tentativo di fermarla.
Subito informati, i Carabinieri della Stazione di Cassano Spinola avevano effettuato un immediato sopralluogo che avevano confermato come il luogo interessato dai fatti fosse lo stesso del precedente e ben più grave evento criminoso. Inoltre, mentre i Carabinieri stavano procedendo con i rilievi, sono stati avvicinati da una donna del posto che aveva  riferito di un analogo episodio verificatosi alle 23.30 del 28 giugno, quando una sua conoscente in compagnia del marito, nel percorrere lo stesso tratto di strada a bordo di una moto, si erano visti costretti ad arrestare la marcia poiché la carreggiata era ostruita da rami tagliati.

La perquisizione domiciliare

Nelle prime ore di lunedì i Carabinieri di Serravalle Scrivia e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Novi Ligure, coadiuvati da personale della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Alessandria, hanno perquisito l’abitazione dell'uomo, così come i capannoni e tutte le altre sue pertinenze.
I militari hanno così rinvenuto il passamontagna indossato dall’uomo, le fascette dello stesso tipo di quelle utilizzate per legare la ragazza e la roncola impugnata per minacciarla, ma anche gli abiti indossati mentre compiva il reato e degli indumenti intimi che egli aveva portato via alla giovane vittima. Inoltre, le sue caratteristiche fisioantropometriche corrispondevano esattamente alla descrizione dell’autore del reato.

Il fermo

L'uomo è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto ed è stato condotto presso la casa circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida tenutasi venerdì, al termine della quale il Giudice non solo ha convalidato il fermo per i reati di violenza sessuale aggravata e tentata rapina, ma, ritenendo sussistenti a suo carico i gravi indizi di colpevolezza, ha contestualmente emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per gli stessi reati e per quello di sequestro di persona e furto.

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