Antitrust multa Dazn per 500.000 euro

La pubblicità non corrisponde all'effettiva copertura. Una nota delle Comunità Montane.

Antitrust multa Dazn per 500.000 euro
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Antitrus multa Dazn per 500.000 euro. La pubblicità non corrisponde all’effettiva copertura. Una nota delle Comunità Montane, così come riportano i colleghi de Notiziaoggivercelli.it

Antitrus multa Dazn per 500.000 euro

Sin dal suo esordio la piattaforma digitale Dazn aveva mostrato pesanti problematiche di connessione nello streaming, suscitando malcontento in chi l’aveva scelta per vedere alcune partite della Serie A di Calcio. Una problematica che è rimasta, tanto che l’Antitrust ha multato l’azienda per 500.000 euro in quanto nella pubblicità prometteva una copertura che in realtà non ha dato, senza indicare le limitazioni nella ricezione via web.

“In molte aree non c’è banda”

A ribattere la notizia è Uncem (Unione Nazionale Comunità ed Enti Montani. Associazione che era stata tra i primissimi a dirlo, il 20 agosto 2018: “il campionato di calcio su Dazn nelle aree montane non si potrà vedere. E non si vede oggi. Perché non c’è sufficiente banda, perché il divario digitale in Italia è troppo forte. Non si vede il Campionato, a causa dell’infrastruttura che per vent’anni non si è fatta e che solo oggi viene realizzata con fondi pubblici da Infratel e Open Fiber “nelle aree a fallimento di mercato”, grazie a 3,5 miliardi di euro di investimenti. Eppure Dazn, senza ascoltare Uncem e le associazioni di consumatori, aveva detto nei suoi spot che il servizio sarebbe stato disponibile “quando vuoi, dove vuoi”…”

Messaggi pubblicitari ingannevoli

“Non è stato proprio così e ieri l’Antitrust ha dato una multa di mezzo milione di euro a Dazn – spiega Marco Bussone, Presidente Uncem – L’avevamo detto, li avevamo avvisati. Le partite non si vedranno, non accettiamo spot ingannevoli, non prendeteci in giro. Dazn è stata sanzionata proprio perché ha usato messaggi pubblicitari attraverso cui veniva enfatizzata la possibilità di fruizione del servizio sempre e comunque, senza fare alcun riferimento alle limitazioni tecniche che avrebbero potuto, invece, renderla complicata o addirittura impedirla, come hanno dimostrato le difficoltà incontrate in concreto dai consumatori all’inizio e durante la stagione, in particolare nelle zone alpine e appenniniche”.

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