Arrestate 12 persone appartenenti ad un’associazione criminale dedita a furti e riciclaggio
13 i mezzi complessivamente rinvenuti nel corso delle indagini e delle perquisizioni di questa notte, tra i quali due container, la maggior parte dei quali già restituiti ai legittimi proprietari.
A partire dalle prime luci dell’alba di oggi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Alessandria e della Compagnia CC di Tortona, coordinati dalla locale Procura della Repubblica e coadiuvati da oltre 150 militari appartenenti alle altre Compagnie del Comando Provinciale di Alessandria e ai Comandi Arma territorialmente competenti per le Province di Milano, Caserta, Brescia, Varese, Savona, Roma, Avellino e Pavia, con il supporto di unità cinofili antidroga e antiesplosivo del Nucleo CC Cinofili di Volpiano (TO), hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari e obbligo di dimora.
Da chi è stata emessa
L'ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Alessandria il 18 ottobre, nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, fatta salva la doverosa presunzione d’innocenza, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, riciclaggio e ricettazione di veicoli, mezzi d’opera e merce in essi contenuta, posti in essere in diverse province del nord Italia, nel periodo compreso tra i mesi di ottobre 2020 e aprile 2021.
12 arresti e 23 perquisizioni
23 le perquisizioni effettuate nei confronti di altrettanti indagati, dei quali 12 colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari e obbligo di dimora.
- 6, i soggetti tratti in arresto dei quali:
- 3, condotti in carcere a Milano e a Alessandria;
- 3, posti agli arresti domiciliari a Serravalle Scrivia (AL), Tortona e Maddaloni (CE).
- 6 quelli sottoposti ad obbligo di dimora - con divieto di allontanarsi dal luogo di dimora nelle ore notturne - nelle province di Alessandria, Brescia e Varese.
Il ritrovamento di mezzi rubati
Le indagini, scaturite a seguito del ritrovamento nell’area del tortonese - nota, tra l’altro, per essere uno dei principali poli logistici del nord-ovest del Paese - di diversi mezzi rubati, sono state caratterizzate da complesse attività tecniche e servizi di osservazione, controllo e pedinamento, che hanno consentito agli investigatori, coordinati dalla Procura alessandrina, di ricondurre tali rinvenimenti all’attività di un vero e proprio sodalizio criminale, le cui figure di spicco erano rimaste già coinvolte, in passato, in altre indagini che avevano riguardato soggetti appartenenti o contigui ad associazioni di stampo mafioso di matrice ‘ndranghetista, operanti nel settore del trasporto merci e della logistica del tortonese mediante imprese del settore spesso intestate a loro congiunti.
La refurtiva
La refurtiva, asportata nel nord Italia, in particolare nelle province di Verona e Milano, veniva poi trasferita e nascosta nel tortonese, all’interno di capannoni di proprietà o affittati da privati, dove i mezzi venivano svuotati della merce trasportata e poi “cannibalizzati” o, mediante l’alterazione dei telai e delle targhe, contraffatti per essere rivenduti.
I riscontri effettuati dai Carabinieri hanno anche accertato come, in una circostanza, i trattori rubati erano stati già caricati su un bilico per essere portati in provincia di Caserta, dove erano stati già rivenduti ad un nuovo acquirente.
Ruoli ben definiti
Al vertice dell’organizzazione, in cui i ruoli degli associati erano ben definiti, un italiano, di origini calabresi, e un egiziano. Il primo sovrintendeva all’attività di riciclaggio e smercio della refurtiva, mentre il secondo, insieme ad altri due extracomunitari, era quello che si occupava di individuare e rubare i mezzi di trasporto.
Il calabrese, inoltre, si avvaleva a sua volta di altri tre soggetti, tutti di nazionalità italiana, ai quali era affidata, sotto la sua supervisione, la responsabilità dell’occultamento dei mezzi rubati all’interno di capannoni inutilizzati o in disuso, e della successiva alterazione dei numeri di telaio per la loro successiva commercializzazione.
13 i mezzi complessivamente rinvenuti nel corso delle indagini e delle perquisizioni di questa notte, tra i quali due container, la maggior parte dei quali già restituiti ai legittimi proprietari, per un valore complessivo di oltre 500mila euro.
Rinvenuti e sequestrati, ad alcuni degli indagati, anche 35mila euro e 500 dollari in contanti, ritenuti provento dell’attività delittuosa.