ALESSANDRIA E PROVINCIA

Crescono i casi di Psa tra Piemonte e Liguria

La malattia si sta espandendo anche in altre regioni confinanti come la Lombardia

Crescono i casi di Psa tra Piemonte e Liguria
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Crescono ancora i casi di Psa in Piemonte e Liguria. I positivi sono ora 801, quindici in più rispetto all’aggiornamento della settimana precedente: dieci casi sono stati segnalati in Liguria dove il totale cresce a 352. Mentre nella nostra regione i casi salgono a 449.

Dove sono stati rilevati

I dieci nuovi casi liguri sono stati rilevati: otto in provincia di Genova, a Bargagli (due da inizio emergenza), uno a Davagna (due), uno a Genova (sei), uno a Lumarzo (sette), tre a Montoggio (tredici), uno a Neirone (due); due in provincia di Savona, entrambi a Urbe (undici).

I cinque nuovi casi piemontesi sono stati identificati in provincia di Alessandria: uno ad Albera Ligure (primo caso), uno a Carrega Ligure (sedici), uno a Cassano Spinola (due), uno a Dernice (primo caso), uno a Visone (sei).

Con le carcasse ritrovate ad Albera Ligure e Dernice sono ora 99 i Comuni in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste Suina Africana.

Come riporta News Prima, la minaccia della Peste Suina Africana, dopo che nel 2022 era dilagata prima tra Piemonte e Liguria e poi nel Lazio, ora si fa sempre più pressante in Lombardia, soprattutto nella provincia di Pavia. Nel territorio dell'Oltrepò Pavese, infatti, è stato rilevato il secondo caso in pochi giorni.

Una situazione da tenere sotto costante monitoraggio e per la quale, considerata l'alta mortalità che può causare non solo nei cinghiali, ma anche nei maiali, in particolare quelli degli allevamenti. Sebbene per l'uomo non ci sia alcun rischio, il blocco della Peste Suina Africana è fondamentale soprattutto per ragioni economiche e di commercio. Per questo motivo in alcuni Comuni di Pavia è stato richiesto di prestare attenzione alla sanificazione delle gomme di automobili e biciclette, ma anche delle suole delle scarpe.

Peste Suina Africana, secondo caso in pochi giorni a Pavia

Un'altra carcassa di cinghiale, come raccontato da Prima Pavia, è stata trovata positiva al virus, questa volta nel territorio di Ponte Nizza nella suggestiva Valle Staffora dell'Oltrepò Pavese.

Il primo ritrovamento risale 16 giugno scorso ed era avvenuto a pochi chilometri di distanza a Torre Bagnaria creando già allarmismo tra gli agricoltori. Ats Pavia sta gestendo la situazione con serietà e ha istituito una zona rossa in tutto l'Oltrepò. Inoltre si stanno valutando altre strategie per contrastare la minaccia.

In particolare, l'attenzione si concentra sulla necessità di proteggere una delle principali produzioni di derivati della carne suina a livello nazionale e mondiale. Tra queste, nella zona, c'è anche il salame di Varzi è un vero fiore all'occhiello della zona e l'avanzata di un agente patogeno come il virus della peste suina può causare gravi danni all'industria alimentare lombarda.

La Regione Lombardia aveva già adottato misure preventive per limitare la diffusione della Peste Suina Africana, ma l'associazione Cia Agricoltori Lombardia chiede un'intensificazione immediata dei controlli e degli abbattimenti dei cinghiali.

La Lombardia rappresenta il fulcro della produzione di prodotti derivati dalla carne suina in Italia e ha un ruolo di primaria importanza a livello mondiale - afferma il presidente di Cia Lombardia Paolo Maccazzola - Non possiamo permetterci di perdere tempo, perché se non agiamo tempestivamente, si prospetta una vera e propria catastrofe".
A Pavia ora sanificano gomme di bici e auto per fermare la Peste Suina Africana.

Nessun rischio per l'uomo, il quale però può diventare vettore attraverso scarpe, vestiti e pneumatici di biciclette e automobili. La preoccupazione è di tipo economico: il Virus, che ha una mortalità del 95%, creerebbe non pochi problemi ad allevamenti e salumifici, i quali non potrebbero più esportare all'estero.

Due le carcasse di cinghiale risultate positive ai test a Bagnaria e a Cecima.

"Ormai è entrata in Lombardia - afferma alla TgR Lombardia Pier Giacomo Gualdana, veterinario ATS Pavia - quello che è importante in questo momento è cercare di rallentare la diffusione, applicando tutte le misure di biosicurezza che sono state elencate all'interno delle Ordinanze".

Tra le misure il divieto di raccogliere funghi per i non residenti e l'accesso ai boschi a gruppi di più di venti persone. Per tutti l'obbligo al ritorno di sanificare suole e gomme. Divieto di allevare maiali e stop alla caccia, non quella di selezione per ridurre con la polizia provinciale la popolazione di cinghiale.

I sindaci sono preoccupati per le ricadute sul turismo:

"Sembra che siamo Comuni appestati - ha dichiarato alla TgR Lombardia Tino Pernigotti, sindaco di Ponte Nizza - Per l'uomo non c'è nessun pericolo e questo deve entrare bene nella mente delle persone".

Al momento nessuna ricaduta per i produttori del salame di Varzi che si realizza con carni di altri province:

"Il salame viene acquistato tranquillamente - sottolinea Thogan Pozzi, titolare di un salumificio - anzi ne vendiamo tanto".
A oggi la zona di massima allerta non dovrebbe essere estesa, così come non è previsto l'impiego dell'esercito per la rimozione delle carcasse di cinghiale.

Cos'è la Peste Suina Africana

La Peste Suina Africana (PSA) è una malattia virale infettiva che colpisce sia i suini domestici che quelli selvatici. Attualmente non esistono vaccini, e la mortalità può raggiungere il 100% degli animali colpiti da questo virus, caratterizzato da un’elevata resistenza nell’ambiente e da un’alta contagiosità.

Anche se non trasmissibile all’uomo, e quindi non rappresenta alcun pericolo per la salute dei cittadini, la PSA può avere conseguenze gravi sia a livello economico che sociale, incidendo sulla redditività degli allevamenti e condizionando pesantemente le movimentazioni di suini e dei relativi prodotti all'interno dell'Unione Europea nonché le esportazioni verso paesi terzi. In Italia la PSA è soggetta ad un Piano di sorveglianza nazionale.

Nel 2014 è esplosa un’epidemia di PSA in alcuni Paesi dell’Est dell’Unione Europea. Da allora la malattia si è diffusa, coinvolgendo alla data attuale, più di dieci Stati Membri. In  ambito internazionale , ad oggi, la malattia è presente in Cina ed in diverse aree del Sud-Est asiatico, in Oceania (Papua Nuova Guinea) e in alcuni Paesi dell’America centrale.

La situazione in Italia

Per quanto riguarda la situazione italiana, la malattia è stata introdotta in Sardegna dal 1978, diffondendosi sia nei suini allevati sia nelle popolazioni di cinghiali. Negli ultimi anni l’approccio alla lotta alla malattia è stato radicalmente rivisto, e il  piano di eradicazione  della Regione Sardegna ha consentito un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica.

Il Centro di Referenza Nazionale per lo Studio delle Malattie da Pestivirus e da Asfivirus (CEREP) presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche (IZSUM), ha confermato il primo caso di PSA in Italia continentale il 7 gennaio 2022 in una carcassa di cinghiale rinvenuta nel Comune di Ovada, in Provincia di Alessandria (Piemonte).

I giorni successivi hanno visto l’identificazione del virus anche in diverse carcasse di cinghiali rinvenute in Liguria, specificamente in provincia di Genova. Il 5 maggio la PSA è stata riscontrata nel Lazio, in un cinghiale rinvenuto in fin di vita nella zona nord della città di Roma, nella Riserva Naturale dell’Insugherata, ed in altre carcasse rinvenute nella stessa area. Il 26 maggio è stato segnalato un caso sospetto di PSA in un cinghiale incidentato nella provincia di Rieti; le attività di sorveglianza condotte per oltre 5 mesi hanno permesso di escludere la circolazione virale in tale area. Il 9 giugno la malattia è stata riscontrata anche in un allevamento suinicolo della tipologia semibrado, a Roma, a poca distanza dalla zona di rinvenimento della prima carcassa di cinghiale infetta dell’area.

A distanza di più di un anno, ad inizio maggio 2023, la malattia è stata confermata in Calabria in alcuni cinghiali, nel comune di Reggio di Calabria e a distanza di pochi giorni in due allevamenti semibradi di suini, siti nel comune di Africo, in provincia di Reggio Calabria.
Nello stesso mese è stata confermata la presenza della malattia in Campania, in alcune carcasse di cinghiale.

Attualmente il numero di animali positivi alla PSA, per regione e provincia, dall'1° gennaio 2022 a oggi  è di 939 casi nei cinghiali, con 9 focolai nei suini. Al momento, nella nostra Penisola ci sono tre zone soggette a restrizioni in Piemonte/Liguria, Lazio e Sardegna.

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