Emanuele Filiberto di Savoia e la contesa sul titolo di Marchesi di Ivrea

Una lotta intorno alla successione dinastica ormai datata.

Emanuele Filiberto di Savoia e la contesa sul titolo di Marchesi di Ivrea
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Emanuele Filiberto e la contesa sul titolo di Marchesi di Ivrea.

Emanuele Filiberto

Come riportano i colleghi de Il Canavese, nei giorni scorsi è stata resa nota  da Emanuele Filiberto di Savoia  la modifica della Legge Salica  concedendo di conseguenza anche alle donne di diventare eredi al trono. Finora infatti era concesso soltanto al primogenito maschio. In altre parole Vittoria, figlia del principe, potrà diventare regina.

La polemica

Al di là di chi ha definito anacronistico l’argomento, visto che la monarchia in Italia è stata ormai abolita, le critiche sono  nate intorno al titolo (seppur decaduto) attribuito alla figlia primogenita del principe di Savoia: ossia Marchesa d’Ivrea. Motivo? Apparterebbe già al ramo discendente direttamente da Re Arduino, marchese di Ivrea secondo l’interpretazione di alcuni storici o primo o ultimo Re d’Italia.  Titolo già in capo ai San Martino di cui un erede di sangue blu siede peraltro nel parlamento italiano: Luis Roberto Lorenzato di Ivrea.

Il ramo cadetto

Ma la dichiarazione arrivata dai Savoia, nella stessa settimana in cui sulle prime pagine dei giornali internazionali è finita un’altra famiglia reale, ancora regnante, i Windsor, ha scatenato altre polemiche.  Ossia del duca Amedeo di Savoia Aosta. Una lotta intorno alla successione dinastica ormai datata.

Sul sito dei colleghi de Il Canavese la gallery con le copie dei documenti che hanno scatenato la bagarre, nonché i comunicati stampa diramati dai Casati. CLICCA QUI PER LEGGERLI

Cosa dice la legge italiana?

“I titoli nobiliari non sono riconosciuti dalla Repubblica  Italiana – è noto – I predicati (come Ivrea, Aosta, Genova) già esistenti prima del 28 ottobre 1922, valgono come parte del nome”. Cioè è chi si chiama nello Stato Civile italiano con  tale predicato come nome di famiglia sarebbe il vero possessore. Ed è il caso, ad esempio, dei Lorenzato di Ivrea. Almeno è quanto sostengono loro.

I San Martino e i Valperga

Alla nascita della Repubblica italiana il presidente della commissione per la costituzione Ruini riconosce la prima Casa reale d’Italia di Re Arduino di Ivrea e l’intera discendenza vivente e non estinta. Inoltre –  secondo quanto asserito –   il Re di Sardegna Carlo Felice di Savoia ha già prima riconosciuto ufficialmente la discendenza  dei San Martino e dei Valperga come Reale della Casa di Ivrea il 8 novembre 1828. L’ultimo Re italiano e  Marchese di Ivrea in Arduino, prima dunque della nascita del nuovo Regno d’Italia  anni dopo nel 1861. Per questo il titolo di Marchesi di Ivrea non spetterebbe ai Savoia?

Il casato di Ivrea

La Casa di Ivrea già mille anni fa aveva legge longobarda e non la salica”. Anche le donne potevano essere incoronate. “Come risulta dal diploma del  Sacro Romano Impero Corrado II dell’anno 1028 in cui risulta il  Principe dell’ Impero e Marchese Guido di San Martino dichiara che vigeva  la legge Longobarda, figlio di Rè Arduino di Ivrea e nipote di Dodone e di Rè Conrado di Borgogna e Navarra, in un atto donazione al Monastero di San Vincenzo di Milano”.

Chi ha ragione?

Alla domanda può rispondere solo uno storico.

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