Estorcevano denaro ad un giovane studente: la Polfer ha arrestato due nigeriani

Da un anno il giovane che frequenta l'Università di Alessandria veniva minacciato e derubato, finchè si è deciso, nel mese di marzo, a chiedere aiuto alla polizia ferroviaria.

Estorcevano denaro ad un giovane studente: la Polfer ha arrestato due nigeriani
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Da un anno il giovane che frequenta l'Università di Alessandria veniva minacciato e derubato, finchè si è deciso, nel mese di marzo, a chiedere aiuto alla polizia ferroviaria, come riporta LaNuovaProvincia.it

Per circa un anno hanno estorto denaro allo studente

Prima poche monete, attraverso una sorta di elemosina. Poi somme sempre più consistenti, ottenute attraverso minacce continue. La Polfer di Asti, coordinata dal compartimento torinese, ha arrestato due nigeriani, di 28 anni, domiciliati ad Asti, che avevano preso di mira un studente 26enne che abita in un paese della provincia astigiana.

"L’attività è iniziata nel mese di marzo, quando ero ancora in servizio alla Polfer, nel momento in cui la vittima, dopo mesi di minacce ed estorsioni, ha deciso di presentare denuncia alla polizia ferroviaria – ha spiegato questa mattina nel corso di una conferenza stampa la dottoressa Vittoria Rissone, Vicario della Questura di Asti, con accanto il comandante della Polfer di Asti Gianluigi Aseglio, la dottoressa Angela Coppola, direttore del settore operativo di Torino Porta Nuova, che aveva iniziato la sua carriera di funzionario della polizia proprio alla Questura di Asti, e il sostituto commissario Paolo Orlotti della polizia giudiziaria della Polfer torinese – Ma gli episodi ai danni del giovane studente universatario erano iniziati nel marzo 2018".

Un anno di minacce

«I due inizialmente chiedevano al ragazzo un’elemosina: poche monete, da uno a cinque euro. Via via hanno cominciato ad intercettarlo nel momento in cui, in stazione ad Asti, scendeva dal treno proveniente dal paese da cui proviene per prendere il treno per Alessandria, dove frequenta l’Università. Oppure lo intercettavano sul treno – ha spiegato la dottoressa Coppola, tornata con piacere ad Asti, dove ha svolto i suoi primi incarichi (tra cui il coordinamento delle Volanti della polizia), e salutata con altrettanto piacere da quanti l’avevano conosciuta – Per ottenere somme di denaro più consistenti hanno cominciato a minacciarlo di fargli del male e a ricattarlo dicendogli che avrebbero fatto del male alla madre. Addirittura arrivavano a perquisirgli lo zainetto per verificare se aveva con sé il denaro. Finché la famiglia si è accorta dell’ingente denaro che consumava il ragazzo e lo ha convinto a presentare denuncia». Quindi l’avvio delle indagini della polizia, attraverso pedinamenti e servizi di osservazione, il riconoscimento e l’ordinanza di custodia cautelare del giudice che ha portato i due 28enni in carcere.

In stazione e sul treno

«Tutti gli episodi sono avvenuti all’interno della stazione ferroviaria o sui treni. Una situazione che era arrivata a creare un forte disagio nella vittima, alla quale venivano chieste cifre anche di diverse decine di euro», ha aggiunto l’ispettore superiore Aseglio. In un anno al ragazzo sono stati sottratti circa 4 mila euro. «Come PG abbiamo coordinato l’indagine, attraverso nostro personale in borghese, non conosciuto dai frequentatori abituali della stazione astigiana, a differenza degli agenti della Polfer di Asti, quotidianamente in servizio tra gli utenti. E in breve tempo, tra marzo e giugno, si è chiusa l’indagine», ha evidenziato il sostituto commissario Orlotti. «Un’intervento importante, che si è svolto attraverso i tradizionali metodi di indagine della polizia, tra cui l’osservazione e il pedinamento, che ha riportato serenità ad un giovane che da tempo viveva una situazione di pesante disagio», ha concluso la dottoressa Rissone. Un’indagine per molti aspetti complessa, fatta anche dell’analisi dei dialoghi che avvenivano tra gli arrestati e la vittima, espressi in lingua inglese.

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