Ex Ilva: il governo annuncia un altro decreto salva-azienda da 200 milioni. Sindacati delusi
Il Governo ha confermato "il massimo impegno a tutti i livelli per il rilancio della siderurgia e la tutela dell’occupazione"

Si ieri a Palazzo Chigi la riunione fra Governo e organizzazioni sindacali sull'ex Ilva di Taranto, presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
L'incontro sull'ex Ilva
Durante l’incontro, il Governo ha confermato "il massimo impegno a tutti i livelli per il rilancio della siderurgia e la tutela dell’occupazione".
L’Esecutivo ha chiarito, inoltre, che "la trattativa per la vendita dell’ex Ilva prosegue con continue interlocuzioni e ha assicurato la copertura finanziaria per il proseguimento delle attività dell’azienda attraverso un decreto legge. Sono state confermate le attuali condizioni per il beneficio della Cig".
Per l’Esecutivo erano presenti il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone. Presente il consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro. Per i sindacati, hanno partecipato i rappresentanti di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager. Presenti i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva.
La reazione dei sindacati
"Dall’incontro di ieri è emerso che il Governo non dà le garanzie che chiediamo ormai da tempo. - ha commentato Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale - Per noi l’unico modo per risolvere strutturalmente il problema delle risorse è che lo Stato gestisca direttamente l’ex Ilva, in questa fase di ripartenza e di emergenza, mettendo in campo gli investimenti necessari in tutti gli stabilimenti, per garantire la continuità produttiva, il piano di decarbonizzazione, l’occupazione e la tutela dell’ambiente, non ci sono scorciatoie. Lo chiediamo convintamente da tempo".
In merito al un nuovo decreto Ilva con cui stanziare le risorse fino a quando non verranno sciolti il nodo dell’iter autorizzativo dell’AIA e dell’accordo di programma, la Fiom-Cgil aggiunge: "Per noi i tempi sono lunghi e comunque più lunghi di quelli annunciati dal Governo, è per questo che non si può continuare con iniziative tampone. Serve una svolta e non sulla pelle dei lavoratori: diretti, di Ilva in AS e dell’indotto. È del tutto evidente che l’incontro di ieri dovrà essere ulteriormente aggiornato con un nuovo confronto che approfondisca i contenuti del piano di ripartenza alla luce della situazione attuale e quindi le conseguenti risorse finanziarie necessarie, prima di ogni altra discussione".
In merito alla trattativa con Baku Steel "non ci sono stati dati elementi nuovi o particolari, se non il fatto che è in corso; comunque, per noi è chiaro che un’azienda come l’ex Ilva e nelle sue attuali condizioni non può essere venduta. Per questo va assicurata la continuità dal punto di vista della produzione, dell’occupazione, della salute e sicurezza e della decarbonizzazione".