Ricostruzione dei fatti

Cocaina, gelosia e rate da pagare: i retroscena dell'omicidio gay di Casale

Rimasto per due giorni nell'appartamento il corpo di Fabio Spiga, accoltellato con ben 30 colpi inferiti dal suo compagno Luca Meloni.

Cocaina, gelosia e rate da pagare: i retroscena dell'omicidio gay di Casale
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Foto di altri uomini sul pc, rate ancora da pagare: i retroscena del delitto di Casale. Sarebbero queste, secondo gli inquirenti, alcune delle motivazioni che avrebbero spinto, nella notte del 27 ottobre 2020, Luca Meloni, 43enne originario di Cagliari, a uccidere il compagno Fabio Spiga, di 42, pugnalato con trenta coltellate nel loro appartamento di via Caccia 104 a Casale Monferrato.

I retroscena del delitto di Casale

Secondo quanto emerso dalle indagini, tra Luca e Fabio, sposati civilmente da tre anni e conviventi in un appartamento al primo piano in via Caccia 104 a Casale Monferrato, negli ultimi mesi le liti erano state sempre più frequenti e riguardavano questioni di soldi, le rate dei finanziamenti più difficili da pagare e soprattutto  le foto di altri uomini trovate nel personal computer della vittima dell'omicidio.

Agli agenti della questura di Alessandria l’assassino ha raccontato che lunedì, 26 ottobre, era sotto l’effetto della cocaina. Rientrato in casa la sera avrebbe avuto un nuovo e fatale diverbio con Fabio. Luca ha così afferrato da coltello nel cassetto della cucina ha colpito il suo compagno con trenta coltellate, il quale, non ha nemmeno avuto il tempo di opporre resistenza.

E' stato proprio Luca a costituirsi

Dopo due giorni di silenzio, Luca ha deciso di costituirsi e chiamare la polizia. In un primo momento aveva cercato anche di nascondere il delitto, confondendo amici e parenti con falsi messaggi inviati via sms e sui social. Ad una amica aveva detto che Fabio aveva perso il cellulare ed era stato male la sera prima, probabilmente per un infarto. Ad una collega invece aveva raccontato che il compagno si era assentato dal lavoro, era il responsabile alle vendite all’Eurospin di viale Giolitti, proprio a causa di un malore.

Tutte queste bugie alla fine sono crollate. Lunedì, ha raccontato l’assassino, dopo aver ucciso il compagno ha incontrato degli amici, è tornato la mattina di martedì 27, è andato al bar a fare colazione. Poi è tornato, di nuovo uscito, rientrato: fino a ieri 28 ottobre all’alba.

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