Cronaca

Il presunto imam detenuto nel carcere di Alessandria verrà espulso

Secondo quanto era emerso dalle indagini, l’imam aveva più volte espresso la volontà di realizzare azioni di martirio in nome del Jihad

Il presunto imam detenuto nel carcere di Alessandria verrà espulso
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Sarà espulso dal territorio dello Stato e rimpatriato, come stabilito dal Prefetto di Torino, malgrado sposato con una italiana, Bouchta El Allam, 46 anni, autoproclamatosi imam del carcere di Alessandria nel corso della sua detenzione nel 2020.

La vicenda

L’uomo era stato intercettato dai Carabinieri del ROS, mentre invocava la distruzione del Vaticano ed esprimeva ammirazione per Osama Bin Laden e Mohammed Atta, definiti rispettivamente difensore dell'Islam e persona rispettosa dei principi più autentici.

Arrestato e condannato nel 2022, dalla corte di Assise di Torino, per istigazione a delinquere, in relazione ai delitti di terrorismo, nonché propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, Bouchta El Allam, era stato espulso dal prefetto di Torino, ma in primo grado il Tribunale aveva respinto il decreto del Prefetto.

La sua lunga vicenda giudiziaria si è conclusa con la sentenza della Suprema Corte che ha stabilito che i reati attribuiti all’Imam non prevedono le garanzie previste dalla Convenzione della Corte europea per i diritti dell’uomo, che tutelano il rispetto della vita privata e familiare. Secondo quanto era emerso dalle indagini dei Carabinieri del Ros, l’imam aveva più volte espresso la volontà di realizzare azioni di martirio in nome del Jihad.

L’imam aveva sempre negato di essere un violento, ma prima la condanna della Corte d’Assise del Tribunale di Torino e ora la sentenza della Suprema Corte hanno definitivamente stabilito che Bouchta El Allam, anche se sposato con una italiana, dovrà essere rimpatriato.