Il procuratore: "Il proprietario della cascina era entrato in casa il pomeriggio prima dell'esplosione" VIDEO
Indagini a ritmo serrato. Chiunque avrebbe potuto confezionare l'ordigno mortale.
La volontà di uccidere da parte di chi ha preparato l'ordigno di Quargnento è chiara. La conferma viene dal procuratore della Repubblica Enrico Cieri.
Autopsie e perizie
Oltre alle autopsie di ieri sui corpi degli sventurati Vigili del fuoco è stato dato incarico a un biologo per "rilevare la possibile presenza di ulteriori sostanze che possono aver inciso sulla vicenda, se cioè ci sia stata inalazione di gas gpl, contenuto nelle bombole o di metano somministrato in condutture di uso domestico", dice Cieri. «L’acquisizione delle registrazioni di tutte le telecamere di videosorveglianza perimetrale da confrontare con quelle nella zona circostante, permetteranno di capire imovimenti di auto o persone lì intorno». Il proprietario Gianni Vincenti ha detto di essere entrato nella casa nel pomeriggio precedente.. La casa non era abbandonata ma disabitata da un paio d’anni. I proprietari però ogni tanto vi entravano.
Il proprietario: "Non so il perchè, forse l'invidia"
Questa la dichiarazione di Gianni Vincenti proprietario della cascina della morte: "Non so il perchè, forse l'invidia. C'è una serie di situazioni che ho chiarito bene con i carabinieri. Sono riuscito a dare un filo logico a tante situazioni che si sono verificate da quando eravamo lì a Quargnento e sono emerse molte ipotesi. Sono distrutto dal dolore per questi tre ragazzi che sono morti sotto le macerie di casa mia, dove abbiamo vissuto in armonia e amore per tanti anni. Quella dei dissidi familiari è la cattiveria più grossa che potevano dire. Io non ho problemi con mio figlio"