filo diretto

I quattro anni di Roberto Cavallone alla guida della Camera Penale di Alessandria

Il presidente uscente Roberto Cavallone ripercorre i quattro anni alla guida dell’associazione forense alessandrina

Pubblicato:

Il presidente della Camera Penale di Alessandria Roberto Cavallone, ospite nella puntata di oggi di Filo Diretto, ha offerto una panoramica approfondita sul ruolo e le attività dell’associazione.

La Camera Penale di Alessandria

Tutelare le garanzie del processo penale, promuovere formazione e dibattito culturale, e difendere i principi costituzionali. Sono queste alcune delle attività condotte dalla Camera Penale di Alessandria.

L'avvocato Roberto Cavallone  - il cui mandato alla guida dell'associazione forense alessandrina cesserà fra pochi giorni, in occasione dell'assemblea della Camera Penale che si terrà l'8 luglio prossimo - ha illustrato alcune iniziative distintive realizzate negli ultimi quattro anni, come il ritorno del riconoscimento “Togatosta” per l’eccellenza professionale, eventi originali come l’arringa postuma in difesa di Azzeccagarbugli, rilettura manzoniana ricca di riferimenti giuridici e culturali, e incontri pubblici sul sistema giustizia, come quello dal titolo provocatorio “Manteniamo le distanze”, dedicato alla separazione delle carriere. Tutte azioni volte a sensibilizzare non solo gli addetti ai lavori, ma anche la cittadinanza

Giudici e PM: la separazione delle carriere

La Camera Penale di Alessandria, in linea con l’Unione Nazionale, sostiene con forza la riforma per la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Secondo Cavallone, questo è l’unico modo per attuare pienamente il principio del “giusto processo”, dove le parti si confrontano ad armi pari davanti a un giudice realmente terzo.

Cavallone ha spiegato perché il PM non può essere considerato imparziale nel sistema attuale e perché i timori di una sua subordinazione al potere esecutivo, in caso di separazione, sono infondati. La proposta di legge costituzionale, già oggetto di iniziativa popolare, rafforza le tutele democratiche, garantendo indipendenza a entrambi i ruoli.

Le critiche al decreto sicurezza

Cavallone ha criticato duramente l’ultimo decreto sicurezza, ritenendolo "inutile, dannoso e figlio di logiche emergenziali più che di reali esigenze".

Per Cavallone, l'entrata in vigore del provvedimento peggiora una situazione già critica per molteplici ragioni: nuovi reati, aggravanti arbitrarie (come la collocazione geografica del delitto), e ulteriori ostacoli all’accesso alle misure alternative alla detenzione. L’avvocato ha sottolineato come questa direzione politica contribuisca al sovraffollamento carcerario, senza migliorare davvero la sicurezza pubblica. Cavallone ha ribadito l’importanza di garantire pene efficaci ma anche dignitose, e di investire su alternative rieducative, statisticamente più efficaci nel prevenire la recidiva.