ALESSANDRIA

Riaperto dopo 50 anni il caso della morte della brigatista Margherita 'Mara' Cagol: interrogati alcuni ex brigatisti

Nel corso degli anni si sono fatte varie ipotesi sulla identità del brigatista che riuscì a fuggire.

Riaperto dopo 50 anni il caso della morte della brigatista Margherita 'Mara' Cagol: interrogati alcuni ex brigatisti
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Svolta nelle indagini sul conflitto a fuoco avvenuto nel lontano 5 giugno 1975, alla Cascina Belvedere di Arzanello dov'era stato nascosto l'industriale Vittorio Vallarino Gancia, in cui morirono la brigatista Margherita 'Mara' Cagol (sposata col capo ed ideologo delle br, Renato Curcio) e l'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso.

La morte di Margherita Cagol segnò fortemente le Brigate Rosse e, per le sue circostanze ritenute non del tutto chiare, favorì un'accentuazione della radicalità e della violenza dell'azione del gruppo armato nel corso del tempo.

appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso.
Appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso.

Un brigatista, in quell'occasione, riuscì a fuggire in un bosco e non venne mai scoperto. Scrisse però una relazione sull'accaduto che venne trovata nel covo delle Br, in via Maderno a Milano nel 1976.

Un po' di storia, cosa accadde quel giorno

Nell'aprile del '75, Curcio, Mario Moretti e Margherita decidono di attuare un sequestro di persona per autofinanziarsi. Il 4 giugno l'industriale Vittorio Vallarino Gancia viene rapito e trasportato alla cascina Spiotta, in località Arzello nel comune di Melazzo, sulle colline di Acqui Terme (AL). Margherita Cagol rimane a sorvegliare Gancia, insieme ad un altro brigatista, mai identificato.

Il giorno sequente una pattuglia di quattro carabinieri, in perlustrazione sulle colline di Arzello, arriva alla cascina Spiotta. I due terroristi tendono una imboscata ai carabinieri e, quando questi si avvicinano alla porta, lanciano una bomba a mano che colpisce il tenente Umberto Rocca, che, preso in pieno dalla bomba a mano, perde un braccio e un occhio, mentre il maresciallo Rosario Cattafi, investito dalle schegge, rimane ferito.

Successivamente, i due terroristi escono dalla casa sparando e nel conflitto a fuoco rimane ucciso l'appuntato Giovanni D'Alfonso, che muore in ospedale dopo alcuni giorni di agonia, colpito secondo le testimonianze dei colleghi dalla Cagol stessa. I due terroristi, nonostante le difficoltà del momento, riescono a raggiungere una loro auto, la mettono in moto ma si scontrano con un'auto dei carabinieri posteggiata in mezzo alla strada. Fingono di arrendersi ma riprendono a sparare: nel conflitto a fuoco Margherita Cagol rimane uccisa per i numerosi colpi d'arma da fuoco. L'unico a rimanere illeso tra i carabinieri è l'appuntato Pietro Barberis.

La vita della donna

Margherita Cagol, nata a Trento l'8 giugno 1945, conosciuta anche con il nome di battaglia "Mara", è stata una brigatista italiana, tra i fondatori delle Brigate Rosse. Nel 1969 si è laureata con una tesi sulla Qualificazione della forza lavoro nelle fasi dello sviluppo capitalistico, in cui discute i Grundrisse di Karl Marx. Nel 1970 fonda, come detto, insieme a Curcio e Alberto Franceschini, dopo i convegni di Chiavari e Pecorile, quelle che diventeranno poi le Brigate Rosse.

L'interrogatorio di questi giorni

Quarantasette anni dopo il conflitto a fuoco avvenuto nell'Alessandrino in occasione della liberazione dell'imprenditore Vittorio Vallarino Gancia, sequestrato il giorno prima, sono stati interrogati a Milano alcuni ex appartenenti alle Br.

Cascina Belvedere di Arzanello, dove avvenne la liberazione di Vallarino Gancia

Gli accertamenti

Gli accertamenti dei carabinieri del Ris di Parma potrebbero dare un nome a chi, ormai quasi cinquant'anni fa, partecipò a quello che è passato alla storia come il primo sequestro di persona a scopo di autofinanziamento operato dalle Brigate Rosse. L'attività investigativa fa seguito agli accertamenti scientifici cui sono stati sottoposti, con le più moderne tecniche, i reperti sequestrati all'epoca della sparatoria.

Cascina Belvedere di Arzanello, dove avvenne la liberazione di Vallarino Gancia
Margherita 'Mara' Cagol

Nel corso degli anni si sono fatte varie ipotesi sulla identità del brigatista che riuscì a fuggire.

"E' un caso anomalo, nebbioso - dice Bruno d'Alfonso figlio del carabiere ucciso - non è stata del tutto raccontata".

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