cronaca

Operazione della polizia penitenziaria nel carcere di Torino: scoperti due cellulari

L'Osapp denuncia: "Nei reparti di Alta Sicurezza i detenuti fanno ciò che vogliono, compromettendo la sicurezza e l’ordine interni"

Operazione della polizia penitenziaria nel carcere di Torino: scoperti due cellulari
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Nella serata di ieri, martedì 29 aprile, nel corso di accurati controlli presso il Padiglione A, quarta sezione, del carcere di Torino – dove sono ristretti detenuti appartenenti al circuito di Alta Sicurezza (appartenenti a organizzazioni criminali quali mafia, ’Ndrangheta e Camorra) – la Polizia Penitenziaria ha portato a termine un’importante operazione.

L'operazione del carcere di Torino

Durante le operazioni, sono stati rinvenuti due telefonini completi di SIM e perfettamente funzionanti: un micro-telefonino posizionato sul tavolo della cucina comune e uno smartphone occultato addosso a un detenuto. Insieme ai dispositivi, sono stati anche rinvenuti i cavi di alimentazione e i caricabatterie utilizzati per la ricarica, segno evidente del loro utilizzo attivo all’interno della sezione detentiva.

“La Polizia Penitenziaria continua ad adempiere ai propri doveri con grande senso del sacrificio – dichiara Leo Beneduci, Segretario Generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) – ma la situazione nel carcere di Torino, come in molti altri istituti penitenziari italiani, è ormai in completo disfacimento. Lo denunciamo da tempo: nei reparti di Alta Sicurezza i detenuti fanno ciò che vogliono, compromettendo la sicurezza e l’ordine interni. Ancora oggi, contrariamente alle disposizioni ministeriali, i detenuti più pericolosi risultano di fatto “aperti”, liberi di circolare all’interno delle sezioni detentive, di movimentare oggetti e di interagire tra loro e nei confronti degli altri detenuti di media sicurezza o 'comuni', senza la possibilità di un controllo effettivo e costante, in ragione della pessima gestione delle risorse organiche e di una politica penitenziaria fatta solo di promesse non realizzate".

"È ora che il Governo si renda conto - conclude Beneduci - che la Polizia Penitenziaria è ridotta allo stremo per la pessima organizzazione a cui è sottoposta e che alle attuali condizioni la bolgia infernale delle carceri italiane comporterà conseguenze gravissime per la sicurezza e la civile convivenza nell'intero Paese."

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