Ospedale di Alessandria: dimenticato tubicino del drenaggio lungo 15 cm
Ortopedico condannato a 200 euro di multa.
I fatti risalgono al 2009, suscitando scalpore anche a livello nazionale. A distanza di 10 anni il processo per lesioni colpose.
Frattura scomposta a una spalla, medico non rimuove il drenaggio
A distanza di 10 anni il processo per lesioni colpose, discusso davanti al giudice di pace. Imputato il medico, difeso da Roberto Cavallone, parte lesa il paziente, un alessandrino, costituto in giudizio per ottenere un risarcimento, difeso dei legali Giuseppe Lanzavecchia e Davide Daghino.
L'uomo fu sottoposto a intervento chirurgico per la frattura scomposta a una spalla. Apparentemente buono l'esito dell'intervento, ma il paziente continuava ad accusare dolori. All’inizio furono attribuiti ai postumi normali dell’operazione, ma da parte dell’alessandrino i dolori sono progressivamente aumentati. Dopo otto mesi si appurò la vera causa: una porzione del drenaggio era rimasta incastrata. Dopo il nuovo intervento per rimuovere il corpo estraneo i dolori sono diminuiti fino a cessare con una prognosi di otto giorni. A quel punto è iniziata la causa per il riconoscimento del danno.
Otto lunghi mesi di dolore per quel tubicino quasi invisibile
Il chirurgo ortopedico insistette sulla propria innocenza ricostruendo le modalità con cui era stato estratto il drenaggio, dopo l'operazione; infatti durante la rimozione era stata riscontrata una certa resistenza e il medico aveva ordinato una lastra, ma il radiologo non aveva rilevato la presenza di corpi estranei. Anche, successivamente, i consulenti tecnici chiamati a esprimersi sulla vicenda, notarono un segno lineare molto sottile, una sorta di filo bianco, che denunciava la presenza del drenaggio incastrato.
Il radiologo riferì che non gli era stata chiesta un’indagine specifica sull’eventuale presenza di un corpo estraneo, il medico imputato, pertanto, tranquillizzato dal responso negativo della lastra, non ha dato seguito e si è ritenuto scrupoloso nell'aver fatto tutto quanto in suo possesso.
Di fatto, il paziente si ritrovò a patire per otto mesi prima di liberarsi del tubicino di lattice e, quindi, del male. Ecco perché gli avvocati Lanzavecchia e Daghino, pur nel commentare giusta la sentenza, rilevano che non contempla il lungo periodo doloroso che ha preceduto l’individuazione del drenaggio dimenticato, ma soltanto la prognosi di otto giorni di guarigione successiva al secondo intervento chirurgico per la rimozione, per la quale è stato riconosciuto un risarcimento di circa tremila euro.
Non escludono, pertanto, di avviare un’azione civile. Il difensore Cavallone, a sua volta, insistendo sull’innocenza del medico e sul comportamento scrupoloso impugnerà il verdetto in appello.
La sentenza
Il giudice di pace Sofia Giovanna Parrella ha condannato il medico a 200 euro di multa, con i doppi benefici di sospensione condizionale e non menzione, più il risarcimento del danno e il pagamento delle spese processuali.