Poliziotto ferito alla mano da un detenuto nel carcere San Michele di Alessandria
Il Sappe: “Una reazione folle ed assurda, che ha portato al ferimento di un poliziotto la cui unica colpa era quella di essere in servizio"

Resta alta la tensione nel carcere San Michele di Alessandria, dove un poliziotto ieri sera è stato aggredito da un detenuto.
L'episodio nel carcere San Michele
Come spiegato dal Sappe, dopo che gli è stata negata la richiesta di tabacco, "il detenuto ha spinto il cancello in malo modo e il collega ci ha lasciato la mano in mezzo”. Al poliziotto è stata data una prognosi di 15 giorni per la ferita inferta alla mano.
“Una reazione folle ed assurda, che ha portato al ferimento di un poliziotto la cui unica colpa era quella di essere in servizio. - denuncia Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sappe - Gli eroi silenziosi della Penitenziaria continuano a pagare le conseguenze dell'attuale sistema carcerario mentre la politica e le associazioni del pianeta carceri si preoccupa unicamente dei ventilatori, frigoriferi e le celle dell'affettività, mentre chi soffre realmente nelle carceri italiane, numeri alla mano viste le molteplici aggressioni, sono i poliziotti penitenziari”.
Santilli torna a sollecitare più tecnologia e più investimenti per il sistema carcere: “la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. Ma Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione e nei prossimi giorni valuterà se indire lo stato di agitazione. Queste sono anche le conseguenze di una politica miope ed improvvisata, che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari senza trovare una valida soluzione su dove mettere chi li affollava. Gli OPG devono riaprire, meglio strutturati e meglio organizzati, ma devono di nuovo essere operativi per contenere questa fascia particolare di detenuti”.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece giudica la condotta del detenuto “irresponsabile e gravissima: spero che per il suo atto di violenza e follia venga punito severamente”. Rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti”.
Il leader nazionale del SAPPE torna a chiedere la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane. “Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!” conclude Capece.