EMERGENZA SANITARIA

Primo Maggio, minuto di silenzio per gli infermieri scomparsi nella lotta al Coronavirus

Un minuto di silenzio per ricordare i colleghi morti per Coronavirus.

Primo Maggio, minuto di silenzio per gli infermieri scomparsi nella lotta al Coronavirus
Pubblicato:

Il Nursing Up: lutto sui camici di tutti gli infermieri e professionisti della sanità fino al Primo Maggio. Il giorno della Festa dei Lavoratori un minuto di silenzio per ricordare i colleghi scomparsi nella battaglia al Coronavirus.

Minuto di silenzio per gli infermieri scomparsi nella lotta al Coronavirus

Il Nursing Up, il sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie invita tutti gli infermieri e i professionisti della sanità a mettere sui loro camici una coccarda, una fascetta nera, o anche solo un simbolo nero, in segno di lutto e ricordo di tutti i colleghi scomparsi in questi tremendi giorni di lotta al Coronavirus.

Chiediamo di mettere il simbolo del lutto fino al Primo Maggio, giornata della Festa dei Lavoratori che, per noi, diventerà anche una giornata di memoria per tutti i colleghi scomparsi. Un bilancio tragico quello degli infermieri uccisi dal Coronavirus che vede fino ad ora 37 colleghi (tra cui ci sono anche 2 suicidi) caduti sul campo di questa battaglia che combattiamo ogni giorno.

Il giorno del Primo Maggio, poi, alle ore 12, invitiamo tutti i colleghi, gli infermieri e i professionisti della sanità, ad osservare un minuto di silenzio e raccoglimento, in memoria dei colleghi scomparsi.

Il Segretario Regionale Nursing Up

Il Segretario Regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta, Claudio Delli Carri, dice:

“Vorrei inviare a tutti coloro, famiglie e parenti, che hanno perso una persona cara, un collega divenuto vittima del virus in queste tremende settimane di lotta al Covid19, la mia grande vicinanza e un caloroso e commosso abbraccio.
Oggi il mio pensiero va anche ad un collega di Pescara, Francesco Di Berardino, infermiere di 60 anni che prestava servizio presso l’ospedale di Popoli. Lui era un iscritto al Nursing Up ed è deceduto la notte scorsa nell’ospedale di Pescara, dove era ricoverato in condizioni gravi in seguito a questo maledetto contagio. Era risultato positivo insieme ad altri sei colleghi, che stanno ancora lottando.
Credo che sia doveroso tributare a tutti questi colleghi che non ci sono più un ricordo, con il simbolo del lutto indossato per qualche giorno sui nostri camici, pur con tutte le prescrizioni di sicurezza del caso.
Dobbiamo rammentare a tutti noi, per primi, e poi ai cittadini e alle istituzioni, che gli infermieri e gli operatori della sanità sono persone dotate di una umanità straordinaria. Non è questione di essere eroi, come spesso veniamo dipinti in questi tempi, ma di realizzare sul campo, ogni giorno, quella professionalità per cui abbiamo studiato, ci siamo preparati e abbiamo accumulato esperienza in anni di lavoro.
Per noi non sono importanti gli elogi, crediamo piuttosto che il riconoscimento della nostra abnegazione debba essere fatto in modo concreto, garantendoci la sicurezza nel luogo in cui ci troviamo a lavorare, con adeguati dispositivi personali, e riconoscendoci le adeguate retribuzioni per i sacrifici compiuti.
Sono mesi difficilissimi quelli che stiamo affrontando, ma noi andiamo avanti: ogni giorno con la nostra professione con cui difendiamo la vita, e con il cuore nel giorno in cui si celebrano tutti i lavoratori, dobbiamo ricordare chi quella vita, con la sua professionalità e umanità, l’ha donata agli altri”.

Seguici sui nostri canali