Torino: 6 condanne a ultras della Juventus nel processo "Last banner"

Si è concluso a Torino il processo a carico di 12 ultras della Juventus che dovevano rispondere sulle pressioni esercitate nei confronti della società, al fine di non perdere una serie di benefici e agevolazioni.
A rispondere nel processo “Last Banner”, anche quello che è indicato come il capo dei Drughi, Dino Mocciola, condannato a 4 anni e 10 mesi.
Per lui il pubblico ministero aveva chiesto oltre 13 anni di reclusione.
Sei le assoluzioni e altre cinque le condanne, che vanno da un massimo di 3 anni e tre mesi a un minimo sei mesi.
Da una prima interpretazione della decisione dei giudici, la vicenda sarebbe stata in parte ridimensionata, riqualificando il capo d’accusa da estorsione a tentata estorsione.
La vicenda è legata alla stagione 2018-2019, quando la tifoseria bianconera esercitò pressioni sulla società, che nel processo si è costituita parte civile ottenendo un risarcimento pari a 53 mila euro.
Si tratta della prima volta che in Italia viene riconosciuto il reato di associazione a delinquere ad un gruppo di ultras.